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Cronaca

Milioni di euro dal traffico di coca, spacciatori “ricompensati” per il silenzio in carcere

Operazione antidroga della squadra mobile di Perugia, arresti anche a Terni, Spoleto e Foligno. Ecco come agiva la gang: i proventi del business veniva usato per aprire alberghi al mare in Albania

Quindici persone sottoposte e misure cautelari (9 in carcere, 4 ai domiciliari e 2 con obbligo di dimora), sequestrati 11 chilogrammi di droga e trafficati almeno 150 chili in otto mesi, 2 pistole con 139 proiettili, 4 autovetture e circa 13mila euro in contanti. Sono alcuni dei numeri relativi all’operazione eseguita dalla polizia in esecuzione di un'ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Perugia, a carico di un sodalizio criminale a cui vengono contestati i reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, detenzione e spaccio di stupefacenti, ricettazione e detenzione di armi e munizionamento.

L'operazione ha interessato Perugia, Terni, Foligno, Spoleto, Rimini e Bologna ed è stata condotta dalla squadra mobile di Perugia con il supporto dei colleghi di Terni, Rimini, Bologna e Macerata nonché dei reparti prevenzione crimine Umbria-Marche, Toscana, Abruzzo e delle unità cinofile della polizia di Stato.

Video – Il blitz della polizia contro il gruppo criminale

Le indagini sul gruppo, avviate nel maggio del 2020, si sono sviluppate attraverso appostamenti e pedinamenti, ma anche con il posizionamento di gps su mezzi in uso agli indagati, telecamere di sorveglianza e intercettazioni telefoniche e ambientali, individuando compiti e ruoli di ognuno con particolare riferimento alle modalità di gestione sia dell’approvvigionamento dello stupefacente, sia della successiva vendita al dettaglio.

Nel corso del periodo in cui sono state effettuate le indagini la polizia giudiziaria ha anche arrestato in flagranza 22 persone, sequestrato di circa 9 chilogrammi di cocaina, 2 di eroina, 2 pistole con 139 proiettili, 4 autovetture e circa 13mila euro in contanti.

Secondo gli investigatori, quelli che vengono ritenuti i capi dell’organizzazione avevano attivato una serie di canali, anche esteri, per il rifornimento della cocaina, sviluppando un traffico piuttosto consistente che avrebbe permesso alla banda di immettere sul mercato oltre 150 chilogrammi di cocaina in 8 mesi.

Lo stupefacente, una volta giunto in questo territorio, veniva “lavorato” da uomini di fiducia che procedevano al successivo confezionavano in singole dosi; la distribuzione al dettaglio era poi curata dalle cosiddette “cellule di spaccio”, dislocate sul territorio.

Una di queste cellule, operante nella conca ternana, è stata oggetto di una parallela attività da parte della squadra mobile di Terni, poi confluita nell’inchiesta della procura della Repubblica di Perugia, nel corso della quale erano state arrestati in flagranza - in epoche e tempi diversi - 11 soggetti, sequestrati circa 650 grammi di cocaina nonché la somma di circa 12.000 euro.

L'organizzazione, che poteva contare su considerevoli risorse economiche e collaboratori esterni, provvedeva anche alla logistica: con base operativa nei territori di Foligno e Spoleto, forniva a tutti i componenti - oltre che droga già confezionata e pronta per la vendita - anche telefoni cellulari, auto, fittiziamente intestate a terze persone, nonché abitazioni. Al fine di rendere più complicate le attività investigative i sodali, deputati allo spaccio, venivano di volta in volta spostati in altre città.

In caso di arresto, l'organizzazione provvedeva a fornire loro assistenza legale e, una volta usciti dal carcere, denaro per far fronte alle spese e come ricompensa per la fedeltà.

I proventi illeciti, stante le risultanze investigative, stimati in diversi milioni di euro, sarebbero stati reinvestiti oltre che in attività commerciali in Umbria e in Albania, in particolare in attività ricettive, site nelle località balneari più rinomate.

Contestualmente agli arresti, sono state eseguite perquisizioni domiciliari che hanno consentito dì rinvenire e sequestrare presso le abitazioni degli indagati oltre 132mila euro in contanti, tre libretti postali in cui erano depositati, complessivamente, circa 80mila euro, 21 telefoni cellulari, di cui due criptati, appunti manoscritti inerenti la contabilità delle attività illecite e tre orologi di valore di cui due Rolex.

Dei 15 soggetti raggiunti da misura, 4 sono attualmente irreperibili sul territorio nazionale e le ricerche saranno estese anche all’estero. “La procura della Repubblica – precisa una nota della magistratura - sta valutando anche la posizione di altri indagati, partecipanti all’associazione, per i quali non sono stati richiesti provvedimenti cautelari”.

La nota del Viminale

“Contrastare le organizzazioni che gestiscono il lucroso traffico di sostanze stupefacenti e le piazze di spaccio è fondamentale per garantire la sicurezza e la legalità nelle nostre città. Ed è su questo fronte che magistratura e forze di polizia stanno agendo con determinazione e fermezza, fornendo risposte concrete alle comunità con una incessante azione tesa a rimuovere una delle principali cause che alimentano criminalità e degrado urbano”. Questo il commento del ministro dell’interno, Matteo Piantedosi, con riferimento alle tre diverse operazioni antidroga condotte dalla polizia di Stato nelle province di Trapani, Perugia e Salerno ed a quella della guardia di finanza a Messina, che hanno portato all’esecuzione di decine di arresti e perquisizioni nei confronti di soggetti, accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.

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