Pendolari dello spaccio, presi con quasi quattro chili di marijuana. Un pusher aveva anche il Covid
Operazione dei carabinieri: pedinato da Narni a Roma dove fa salire i “compari” e carica un borsone con la droga. Il blitz ad uno svincolo del raccordo Terni-Orte: tre in manette
Lo hanno seguito anche grazie a una staffetta di auto “civetta”. Da Narni a Roma e ritorno, fino a quando non è scattato il blitz: tre arresti e quasi quattro chili di droga sequestrati dai carabinieri della sezione operativa di Terni.
L’operazione è cominciata attorno alle 21 del 25 febbraio. I militari erano già sulle tracce del presunto spacciatore, un 22enne di origini albanesi, residente a Narni. Lo hanno notato uscire di casa, salire a bordo della propria auto e poi imboccare il raccordo Terni-Orte in direzione sud. E poi ancora fino al casello e lungo l’A1 fino a quando la Fiat Bravo del giovane non è uscita a Fiano Romano, in direzione della Capitale.
Le auto in borghese hanno continuato a tenerlo d’occhio. Nei pressi della stazione ferroviaria di Roma Tiburtina, sotto una pioggia battente, l’auto si ferma nel parcheggio dei pullman e viene avvicinata da altre due. Che verranno poi identificate in due albanesi di 28 e 34 anni. I due salgono in auto, hanno con loro un borsone.
Il pedinamento prosegue in direzione opposta: casello di Roma, Autosole, svincolo per Orte e poi il Rato. La Bravo rossa mette la freccia a Capitone ma ad aspettarla allo svincolo c’è una pattuglia dell’Arma. Si alza la paletta, scatta lo stop e i controlli. L’equipaggio è nervoso, il borsone sta adagiato sul sedile posteriore. I militari lo prendono, lo aprono. Dentro ci sono 7 involucri contenenti una sostanza grigio-verde. Le analisi diranno che si tratta di marijuana per 3,7 chili.
La perquisizione prosegue a casa del 22enne dove vengono trovati altri 18 grammi di cocaina divisi in 27 involucri. L’esito è quasi scontato: arresti domiciliari per tutti e tre. Ma il giorno dopo, quando tornano, i carabinieri in casa non trovano nessuno. I tre sono evasi. Tra l’altro, uno di loro – sempre il più giovane – era pure risultato al Covid e quindi sarebbe dovuto stare in isolamento.
Si apre la caccia e il terzetto viene rintracciato in un altro appartamento di Narni. Per tutti – assistiti dall’avvocato Giorgia Ricci del Foro di Perugia - si aprono le porte del carcere di vocabolo Sabbione.
“Si tratta di personaggi inseriti in un più ampio circuito di spaccio di stupefacenti - scrive il pm Marco Stramaglia nella richiesta di convalida della custodia cautelare - che può vantare contatti anche in città e regioni differenti. Inoltre, il comportamento successivo ai fatti e cioè l'evasione dagli arresti e la fuga, denotano una concreta ed attuale propensione a delinquere tipica di soggetti inseriti in contesti criminosi di più ampia dimensione. Circostanza che rende assai probabile - se non certa - la reiterazione di analoghi comportamenti delittuosi nel prossimo futuro, nonostante la loro giovane età”.