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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Spari a Terni, interrogatorio in carcere per il dominicano. Ma lui resta in silenzio

Formalizzate le accuse nei confronti del trentenne protagonista della sparatoria in via della Bardesca: tentato omicidio, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale

Ha scelto il silenzio il trentenne dominicano protagonista della sparatoria che si è verificata lo scorso venerdì 19 luglio in via della Bardesca a Terni. Interrogato in carcere, l’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nei suoi confronti sono state formalizzate le accuse di tentato omicidio – per i colpi esplosi contro il carabiniere Mario Palleschi – e di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.

L’interrogatorio si è svolto nel carcere di vocabolo Sabbione di fronte al gip del tribunale di Terni, Margherita Amodeo, alla presenza del pubblico ministero titolare dell’inchiesta, Marco Stramaglia, e dell’avvocato del 32enne, Gianluca Muzi.

Il gip ha convalidato l’arresto e confermato la custodia cautelare in carcere. Il legale del dominicano – residente in Abruzzo – si appresta a chiedere la sostituzione della detenzione in carcere con gli arresti in una struttura specializzata date le condizioni mentali del dominicano che già in passato ha avuto problemi di natura psichiatrica.

“Abbiamo avanzato la richiesta di una misura diversa dal carcere perché il soggetto è pericoloso per sé e per gli altri”, dice l’avvocato Muzi. Il giovane, cittadino italiano di origini dominicane, vive a Terni assieme alla compagna e un figlio di tre anni. “Sicuramente le sue condizioni cliniche non sono compatibili con la richiesta di arresti domiciliari”. Il giorno prima degli spari in piazza Valnerina, proprio la compagna aveva prima chiamato gli amici e poi il 118 perché il trentenne aveva dato in escandescenze. I medici intervenuti non avevano però ritenuto opportuno procedere in alcun modo. “Se fosse stato effettuato un tso – riflette l’avvocato – il giorno dopo non sarebbe successo nulla”.

La storia clinica del trentenne comincia intorno al 2015 quando in Abruzzo gli vengono diagnosticati schizofrenia e bipolarismo. “Sono in attesa di ricevere le cartelle cliniche anche per capire se attualmente era sottoposto ad una terapia farmacologica”. La sua fragilità psichica è però dimostrata dalla reazione che ha avuto al momento del controllo. Alla richiesta dei documenti, “sarebbe bastato mostrare la carta d’identità”, dice Muzi. E invece, la situazione è precipitata.  

Sempre questa mattina, la vicepresidente della Camera e coordinatrice nazionale di Forza Italia, Mara Carfagna, ha fatto visita in ospedale a Terni al carabiniere ferito. “Ci sono donne e uomini come Mario – ha detto – che rischiano la propria vita per difendere i cittadini. Ci indigna che diversi facinorosi vengano sostenuti e spalleggiati da alcune forze politiche. Non dalla nostra, che sta dalla parte delle forze dell’ordine e della legge”.

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