Tentano spedizione punitiva, detenuti bloccati dalla penitenziaria: domenica di tensione nel carcere di Terni
Il gruppo era composto da una ventina di persone: hanno cercato di sfondare un cancello e accedere ad un’altra sezione del reparto. Esposito (Sarap): “Organico al minimo, i colleghi lavorano in condizioni precarie. Bonino (Sappe): “Si continua a non intervenire e a prenderci per i fondelli”
Domenica ad altissima tensione nel carcere di Terni, dove un gruppo di detenuti ha cercato di mettere in atto una spedizione punitiva nei confronti di altri ristretti: soltanto il provvidenziale intervento degli agenti di polizia penitenziaria ha permesso di riportare la calma nella casa circondariale di vocabolo Sabbione, evitando che lo scontro si trasformasse in una rivolta.
“Da alcuni giorni – ricostruisce Fabrizio Bonino, segretario per l’Umbria del Sappe, Sindacato autonomo di polizia penitenziaria - due detenuti nord africani della sezione I (lavoranti media sicurezza) disturbano e minacciano gli altri detenuti, alzando il volume della tv e chiedendo la terapia ad alta voce nelle ore notturne. Con ciò disturbano gli altri ristretti che al mattino devono alzarsi presto per recarsi al lavoro. Venerdì mattina, arrivati all’esasperazione, i detenuti lavoranti volevano rifiutarsi di scendere al lavoro o di non rientrare perché stanchi di questa assurda situazione. Ieri, invece, nel tardo pomeriggio, ancora i due soggetti armati di lamette tentavano di arrivare ad un’altra sezione, la H, per sfregiare un detenuto di origine italiana che stava facendo la telefonata alla propria famiglia. Questa azione ha scatenato l’ira degli altri detenuti (in difesa dell’italiano) che volevano buttare giù il cancello che da verso la rotonda e raggiungere la sezione I e quindi vendicare il compagno. La calma è tornata dopo qualche ora di trattativa tra la sorveglianza generale e i rivoltosi”.
Ma questa mattina, la tensione è tornata alle stelle quando una ventina di detenuti hanno cercato nuovamente di vendicarsi. “Hanno occupato la rotonda della sezione stessa – dice ancora Bonino - spaccando i vetri dei locali passeggi e tentando di arrivare al reparto dove si trovavano i due nordafricani. Solo circa un’ora fa, con l’ausilio e l’intervento dei colleghi poliziotti fuori dal servizio, è stata riportata la calma”.
“Grazie ai colleghi di turno e a quelli richiamati in servizio – dice Roberto Esposito, segretario generale aggiunto del Sarap, Sindacato autonomo ruolo agenti penitenziaria – è stato evitato uno scontro potenzialmente pericoloso. Oggi, l’organico di polizia penitenziaria al Sabbione è sotto il livello minimo, i colleghi ormai lavorano in condizioni precarie, trovandosi in prima linea e provando quella sensazione di impotenza e disperazione dinanzi ad eventi critici, magari perché si trovano a gestire una situazione di pericolo in totale solitudine e senza alcun protocollo da poter applicare”.
“Prap e Dap – riprende Bonino - continuano a non intervenire e a prenderci per i fondelli nonostante le nostre lettere di protesta. L’annunciato sfollamento (proposto dal provveditore al dipartimento su sollecitazione del Sappe) è solo in parte avvenuto, visto che la popolazione detenuta presente a Sabbione è di 520 detenuti circa e che prima della promessa di sfollamento del provveditore era di 525, facendo presente che i pochi trasferiti sono andati solo all’interno della regione”.
Donato Capece, segretario generale del Sappe, esprime solidarietà agli agenti del reparto di Terni e richiama i vertici ministeriali ad intervenire tempestivamente: “Chiediamo al dipartimento dell’amministrazione penitenziaria di intervenire con sollecitudine. Nell’esprimere solidarietà e vicinanza al personale in servizio, chiediamo che l’amministrazione assuma idonee iniziative per risolvere le problematiche del personale del corpo in servizio a Terni e più in generale per fronteggiare le continue situazioni ad alta tensione a danno del personale della polizia penitenziaria”. Per questo, il leader del Sappe “auspica in un celere intervento di questo Governo sulle continue criticità e problematiche del sistema, partendo dalle continua ed inaccettabili aggressioni al personale di polizia penitenziaria, oramai all’ordine del giorno”.