“Le do i giorni tecnici per inviare una lettera alla banca e ritirare quell’assegno. Altrimenti, vado alla guardia di finanza e presento un esposto”. C’è anche il contenuto di un messaggio vocale inviato tramite whatsapp tra il materiale raccolto dall’avvocato Giacomo Marini nel fascicolo che accompagnerà una denuncia che il legale romano sta perfezionando nei confronti di un suo ex cliente.

Messaggio che conferma il “tentativo di estorsione” che il professionista ritiene di aver subito da un imprenditore ternano.

Al centro della contesa un assegno da qualche migliaio di euro che l’avvocato ha incassato per il pagamento di alcune parcelle relative alle cause da lui seguite e che hanno interessato nell’arco di un paio d’anni l’imprenditore. Assegno che però, secondo la ricostruzione del ternano, doveva soltanto essere a “garanzia” del pagamento, avvenuto in tempi successivi e in contanti.

Ricostruzione che viene però ribaltata dall’avvocato, secondo il quale quell’assegno era stato consegnato per il pagamento delle prestazioni professionali e non è stato incassato subito soltanto perché, su richiesta del cliente, dovevano prima essere versati i soldi necessari al pagamento.

Arrivato in banca, è però risultato scoperto ed ha innescato la “reazione” del cliente che, secondo l’avvocato, configura l’ipotesi di reato di tentata estorsione visto che la richiesta di ritirare il titolo di credito è accompagnata dalla “minaccia” di presentare “un altro esposto – così dice il cliente nel messaggio vocale – alla guardia di finanza”.

“Oltre che penalmente rilevante – dice l’avvocato Marini – sono stupito dal comportamento morale di questo individuo, che ho seguito in tante ed importanti cause e dal quale non mi sarei mai aspettato un atteggiamento del genere”.