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Cronaca

Nascondeva la cocaina tra gli omogeneizzati della figlia, denunciato papà insospettabile

Fermato nei pressi dell'ospedale, è un ternano incensurato di 35 anni. Arrestato un 39enne in via Chiesa sorpreso mentre cedeva la droga a un cliente

Latte in polvere... di cocaina. Nascondeva la droga tra gli omogeneizzati della figlia piccola il 35enne ternano, incensurato, denunciato dalla polizia di Stato durante i controlli del fine settimana. 

Gli agenti lo hanno fermato nella zona dell'ospedale quando hanno notato lo strano procedere a zig zag di un'auto priva peraltro del poggiatesta laterale. Fermato, l'uomo ha subito mostrato segni di nervosismo e giustificato l'assenza del poggiatesta come necessaria per non ostruire la visuale alla bambina che normalmente siede nel seggiolino posteriore anche se la piccola non era presente con lui in quel momento. Il suo atteggiamento ha comunque convinto la pattuglia a controllare la vettura fino a perquisire anche la borsa che conteneva gli omogeneizzati della figlia. Tra i vasetti ne è saltato fuori anche uno contenente della polvere bianca. "E' latte in polvere", ha cercato di spiegare il 35enne ma in realtà - dalle successive analisi - è risultato contenere 10 grammi di cocaina purissima come quella, in altrettanta dose, trovata in macchina insieme a un bilancino di previsione e numerosi ritaglia di cellophane che sarebbero probabilmente serviti a confezionare le dosi.

Nel week end anche un altro spacciatore è finito nella rete tesa dagli agenti della sezione antidroga della questura. Si tratta di un marocchino di 39 anni, in Italia con un permesso di soggiorno per asilo politico, pizzicato dalla polizia venerdì pomeriggio in via Eugenio Chiesa proprio mentre cedeva 5 grammi di cocaina a un cliente, noto tossicodipendente come riferisce la questura, e successivamente segnalato come assuntore in Prefettura. Addosso al nordafricano sono state trovate 300 euro, appena incassate, oltre ad altre 700, tenute in un’altra tasca. Per lui è scattato immediato l'arresto con l'accusa di spaccio. Dai successivi riscontri è anche emerso che il 39enne era appena uscito di prigione dopo una condanna per violenza domestica e aveva precedenti condanne per reati di droga. Inoltre era sottoposto alla misura dell’obbligo della firma e non aveva ancora ritirato il suo permesso di soggiorno rilasciato dalla questura de L’Aquila.

      

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