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Cronaca

La denuncia: “Mio padre operato per un pacemaker e rimandato a casa nudo”

La figlia di un 88enne di Terni sconcertata quando l’ambulanza ha riportato a casa l’anziano. La replica dell'ospedale: "Indossava scarpe e maglia del pigiama"

Operato per inserire un pacemaker, dimesso dall’ospedale e rimandato a casa nudo. E’ quanto sarebbe accaduto a un uomo di 88 anni, non vedente e con diverse patologie che nella giornata di ieri - 8 maggio - è ritornato a casa dopo l’intervento al cuore avvenuto all’ospedale di Terni mercoledì. Tutto perfettamente riuscito, ma a lasciare l’amaro in bocca alla famiglia dell’anziano è stato il modo in cui l’uomo è stato riportato presso la sua abitazione.

“Quando l’ambulanza è arrivata – afferma la figlia del signore, Cristina Binarelli – ci hanno citofonato, dicendoci che mio padre era nudo, con indosso solo il pannolone, e che non era il caso di farlo scendere in quel modo. Anche perché, per arrivare a casa, avrebbe dovuto fare quattro piani di scale sulla seggiolina elettrica in quelle condizioni. Sono rimasta allibita”.

Come è noto, in questo momento di emergenza, l’accesso all’ospedale è fortemente limitato: “Il medico – continua la figlia – mi aveva indicato che gli spostamenti e l’assistenza necessaria sarebbe stata garantita. Vista la situazione, non mi sono preoccupata più di tanto: si trattava di pochi giorni di ricovero e c’è una situazione di emergenza. Lo capisco. Però è impensabile che una persona anziana, debilitata, sola e cieca sia stata fatta uscire dalla stanza, sia stata trasportata tra corridoi e ascensori e fino all’ambulanza solo con il pannolone”.

Quando Cristina è scesa per vestire suo padre, avrebbe trovato la borsa con i cambi che aveva preparato in occasione del ricovero intatta e la maglia del pigiama e la canottiera che il padre indossava il giorno dell’intervento in un sacchetto chiuso: “Mio padre ha diverse problematiche di salute, comprese patologie respiratorie. Quando l’ho visto tremava di freddo…E se questo spostamento gli causasse ulteriori problemi? Ho subito chiamato in reparto dove però non hanno saputo darmi una risposta soddisfacente, solo che forse l’avevano fatto uscire con una canottiera, ma questa canottiera non la indossava quando è arrivato. Non ho intenzione di far cadere la cosa, mi rivolgerò al Tribunale per i diritti del malato, soprattutto per tutte le persone fragili che possono trovarsi in una situazione simile”.

La risposta dell'ospedale

Al momento della segnalazione del fatto, la direzione medica dell'ospedale ha ricostruito l'accaduto. Secondo quanto potuto constatare, l’infermiera che si è occupata della dimissione riferisce di aver vestito il paziente con la maglia di un pigiama a maniche lunghe di colore blu (con dettagli o inserti colorati forse rosso bordeaux) e di averlo accompagnato in ambulanza, riconsegnando gli indumenti in due borse. Il paziente, oltre al pannolone, indossava la maglia del pigiama, aveva calzini e scarpe ed era coperto con una coperta. Per le condizioni climatiche della mattina (l'infermiera, ndr) non ha ritenuto opportuno di mettergli i pantaloni per una questione di comfort durante il trasporto (e il paziente non ne ha fatto richiesta). L’infermiera si scusa per il disagio arrecato ed è stata invitata a chiedere sempre al paziente quali preferenze abbia rispetto alla vestizione durante il trasporto in ambulanza. La direzione medica di presidio si rende disponibile a fornire eventuali chiarimenti ai familiari".

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