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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

“In quello studio c’è un falso avvocato”, ternano denuncia e il ministero chiude un centro di mediazione

Si rivolge ad un legale per ottenere un risarcimento dopo un ingiusto processo e finisce in un vortice di ritardi e “trucchetti”. Fino alla denuncia e alla svolta

“Ci sono però ulteriori risvolti altrettanto gravi”. È un esposto al dipartimento per gli affari di giustizia che ha innescato il procedimento attraverso il quale il ministero della giustizia ha messo i “sigilli” ad un centro di mediazione attivo nel Viterbese. E la firma in calce a quella denuncia è di un cittadino ternano.

L’uomo si rivolge ad una avvocatessa di Viterbo per il disbrigo di alcune pratiche legali. In particolare, chiede alla professionista di avviare una richiesta di risarcimento danni “conseguenti ad un procedimento penale ingiustamente subito” oltre alla “composizione” di una pratica per “esposizione debitoria” con un istituto bancario.

“L’interessata ritirava le pratiche, otteneva specifico mandato e si faceva consegnare alcuni acconti”, è scritto nella denuncia che il ternano ha presentato con l’assistenza dell’avvocato Giacomo Marini, del foro di Roma. Nonostante questo, “nessun compito è stato svolto diligentemente dalla (...) sebbene la stessa avesse fornito ampie assicurazioni in merito al regolare svolgimento degli incarichi affidati”.

Quindi, non solo l’avvocatessa avrebbe infilato le carte del cliente ternano sotto una pila di scartoffie senza fare nulla, ma avrebbe poi “sollecitato” una procedura di mediazione “costosa ed inutile in quanto non prevista né obbligatoria nel caso di specie, poi rivelatasi mai introdotta ovvero con documentazione in merito ma consegnata”.

Ed è a questo punto che emergono quelli che nella denuncia vengono definiti “risvolti altrettanto gravi”.

Un passo indietro è necessario. “La mediazione è l’attività professionale svolta da un terzo imparziale e finalizzata ad assistere due o più soggetti sia nella ricerca di un accordo amichevole per la composizione di una controversia, sia nella formulazione di una proposta per la risoluzione della stessa”. In buona sostanza, la mediazione civile avviene quando due o più parti, assistite dai rispettivi avvocati si incontrano presso un organismo di mediazione accreditato dal ministero della giustizia per cercare un accordo attraverso il fondamentale intervento del mediatore professionista, che si è formato e preparato per aiutare le parti a incontrarsi e a trovare una soluzione conveniente per entrambe.

Nell’esposto denuncia viene invece riferito che l’avvocatessa a cui si era rivolto il ternano avrebbe avuto “il preciso intento di favorire un organismo di mediazione presso il quale costei ha lo studio e presta la sua opera quale consulente, poi rivelatosi incompetente a trattare la controversia”. E all’interno del quale, contrariamente a quanto previsto dalla legge, hanno la loro sede diversi avvocati, commercialisti ed altri professionisti.

In particolare, le pratiche - che poi non hanno avuto alcun esito - dovevano essere trattate dalla “società (...) con sede in Viterbo (...) e gestita da tale (...) il quale peraltro si qualifica senza titolo come avvocato”.

“La citata avvocato, a suo dire, ha comunque un rapporto stabile con tale ente per cui la mediazione (assolutamente inutile, non prevista ed assai costosa dato il valore della pratica) era stata fraudolentemente proposta con il solo intento di speculare ai danni dello scrivente e percepire indebitamente gli onorari relativi al richiesto intervento mediatorio”.

Sta di fatto che per oltre due mesi, dopo avere intascato gli acconti, l’avvocatessa sparisce fino a quando non è stato presentato un esposto all’Ordine degli avvocati di Viterbo e il contestuale esposto al ministero della giustizia.

Che, proprio a seguito dell’istanza, ha avviato una propria attività istruttoria ed ha disposto la “cancellazione d’ufficio” del centro di mediazione “dal registro degli organismi abilitati a svolgere la mediazione”.

  

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