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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

La truffa dei sordomuti gli frutta oltre 15mila euro. Ma è tutto un inganno

Nei guai due uomini scoperti dai carabinieri di Terni mentre chiedevano soldi per aprire un “centro internazionale per bambini poveri” ai clienti del Cospea Village

La signora Franca ha donato due euro e mezzo. Ma c’è anche chi ha messo mano al portafogli in maniera significativa. E infatti, nel “registro” delle donazioni sono annotati con dovizia di particolari tutti gli elargimenti effettuati da chi credeva che davvero quella raccolta sarebbe servita a costruire un “centro internazionale per bambini poveri”. E invece, era una truffa. Che ha fruttato a due uomini di origine romena – in Italia senza fissa dimora – qualcosa come 15mila euro. Fino all’intervento dei carabinieri.

Ad accorgersi che qualcosa non andava per il verso giusto sono stati i carabinieri del nucleo ispettorato del lavoro che, in abiti borghesi, stavano facendo alcuni accertamenti al Cospea Village di Terni. Entrando nel centro commerciale, hanno notato i due uomini – uno del 1987 e l’altro del 1996 – che stavano promuovendo una raccolta fondi, utilizzando un “certificato regionale per persone non udenti e fisicamente disabili”.

1 (9)-3-2Penna e foglio in mano, i due cercavano di bloccare le persone ed ottenere offerte in denaro, fingendo tra l’altro di essere sordomuti, pur non avendo alcun problema. Ci hanno provato anche con i carabinieri ed è a questo punto che è iniziata la fine del raggiro.

I militari li hanno fermati mentre loro cercavano di disfarsi del foglio con annotate le donazioni, per poi condurli presso il comando stazione carabinieri di Collescipoli per gli approfondimenti informativi ed investigativi del caso. Dalla successiva visione delle videoregistrazioni dell’impianto di videosorveglianza del centro commerciale e dall’esame del foglio utilizzato per chiedere denaro agli avventori dell’esercizio commerciale, gli investigatori hanno ricostruito un “monte” donazioni di circa 15mila euro. Sul foglio – sequestrato - appaiono anche simboli di associazioni benefiche realmente esistenti, ignare della truffa, alcune delle quali si occupano di certificare strutture ricettive per soggetti affetti da disabilità.

È dunque scatta la denuncia e la lista delle accuse è piuttosto lunga: truffa aggravata in concorso, per avere approfittato di circostanze di tempo, di luogo o di persona, anche in riferimento all’età, tali da ostacolare la pubblica o privata difesa, contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi ovvero di brevetti, modelli e disegni e, in concorso, per aver utilizzato marchi e segni distintivi di associazioni benefiche esistenti ma in maniera fraudolenta.

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