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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Centro / Viale Giosuè Borsi

Pini di via Borsi, l’indagine della procura di Terni: nessuna irregolarità nell’abbattimento degli alberi

L’attività dei magistrati dopo l’esposto di Verdi ambiente e società Terni e la diffida firmata da 55 residenti. Rigettata la richiesta di sequestro delle piante

Indagine “lampo” della procura della Repubblica di Terni sull’abbattimento di 36 pini fra via Borsi e via Buonarroti. L’attività dei magistrati coordinati dal procuratore Alberto Liguori è scattata dopo l’esposto denuncia presentato dal circolo territoriale dell’associazione Verdi ambiente e società di Terni-Narni e una diffida firmata da 55 residenti della zona – ma non solo - con la quale erano state segnalate “irregolarità in merito al piano di abbattimento (…) chiedendone altresì il sequestro”.

“Allo stato degli atti – spiega in una nota il procuratore - l’ufficio, non ravvisando l’urgenza di provvedere tenuto conto del carteggio trasmesso dall’esponente, rigettava la richiesta di sequestro trasmettendo contestualmente gli atti al Gip del Tribunale di Terni con parere negativo. ln data odierna anche il Gip di Terni rigettava la richiesta di sequestro”.

Per rimanere al caso concreto, ed indi per dare una corretta informazione ai cittadini, nella vicenda che ha interessato l’abbattimento di 36 pini domestici, indi da considerare alberi non monumentali,

Secondo Liguori, “allo stato delle indagini curate dalla stazione carabinieri forestali di Terni e in attesa di eventuali ulteriori approfondimenti, risulta che l’operato del Comune di Terni sia stato conforme al dettato normativo che autorizza l’abbattimento di questi alberi per accertata compromissione dello stato vegetativo, nonché per inderogabili esigenze di pubblica utilità o incolumità”. Il procuratore cita poi la relazione tecnica sulla base della quale lo scorso 16 maggio Palazzo Spada ha “autorizzato Afor alla recisione dei pini” e in base alla quale “data l’elevata frequentazione dei luoghi, i fattori elevati di danno da rami, estremi del tronco, l’inclinazione delle piante, le loro condizioni fitosanitarie e soprattutto l’impossibilità di effettuare interventi di recupero, si propone l’abbattimento”.

Tutto in regola, insomma, da un punto di vista “penale”. “Il sindacato sull’esercizio della discrezionalità tecnica dell’ente locale – sottolinea Liguori - in assenza di elementi conducenti verso una strumentalizzazione dell’azione amministrativa a fini di danno o di favore o meramente distruttiva, compete eventualmente al Tar dell’Umbria”.

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