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Cronaca

A dodici anni chiama la polizia e chiede aiuto: “Correte, papà sta menando la mamma”

Succede a Terni: botte, offese e minacce contro la moglie che vuole separarsi. Il giudice: una escalation di violenze, disposto l’allontanamento del marito dalla casa familiare

Il primo episodio porta la data del 18 aprile 2021. Lo descrive nel suo provvedimento il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Terni, Simona Tordelli: “Nel corso di una lite, la insultava e poi le sferrava due pugni ai reni, tanto che il figlio minore (di dodici anni, ndr) chiamava il numero di emergenza 112 ed intervenivano le forze dell’ordine”.

Ad arrivare quella volta, furono le volanti della questura. Un paio di settimane fa, è il 18 gennaio, tocca ai carabinieri rispondere alla nuova richiesta di aiuto. Stavolta, ad allertare le forze dell’ordine è stata direttamente lei. Trentasei anni, sposata con un uomo appena più grande. Vivono a Terni in una casa popolare assegnata a lui, attualmente disoccupato. Hanno due figli: il maggiore di dodici anni (anche se nelle carte dell'inchiesta viene indicata la data di nascita del 2019, che è però sbagliata) e un altro maschietto nato nel 2015.

L’inferno è cominciato ad aprile, quando lei ha detto al marito che non ce la faceva più. E voleva il divorzio. Da quel momento è iniziata quella che il giudice definisce una “escalation di violenze” segnata da diversi episodi, tutti ricostruiti nel provvedimento con cui il gip – su richiesta del pubblico ministero Marco Stramaglia – ha disposto l’allontanamento dell’uomo dalla casa di famiglia e il divieto di frequentare luoghi in comune con la moglie e i figli.

In particolare – scrive il gip – “il 3 dicembre scorso il marito, dopo averla insultata dandole della poco di buono, la aggrediva, stringendole entrambi le mani al collo e cercando di darle una testata. Lei fortunatamente riusciva a divincolarsi e ad evitare il colpo. Il 16 gennaio 2022 veniva nuovamente aggredita dal marito con un pugno all’altezza dello zigomo sinistro, poi lui afferrava tre coltelli da cucina, due su una mano e uno sull’altra, e da una distanza di circa mezzo metro glieli puntava contro, minacciandola con la frase ti ammazzo. Ella riusciva a prendere il telefono per chiamare il 112 e il marito a quel punto desisteva e fuggiva di casa. Nel primo episodio, a differenza del secondo, non riportava lesioni personali e non richiedeva l’intervento delle forze dell’ordine. Precisava che entrambe le aggressioni erano avvenute in presenza di entrambi i figli minori. Riferiva ancora che il marito le aveva strappato dalle mani il telefono, ridandoglielo dopo un paio di ore in quanto temeva che ella potesse registrarlo durante i litigi o potesse telefonare al 112. Riferiva anche di non avere mai sporto denuncia in precedenza perché sperava che la situazione si normalizzasse senza l’intervento delle forze dell’ordine e di essersi recata al pronto soccorso solo in occasione dell’aggressione del 16 gennaio 2022”.

giacomo marini-2Il 25 gennaio, la ragazza – assistita dagli avvocati Giacomo Marini (foto) e Federico Favilla, che esprimono un "ringraziamento alla procura della Repubblica e ai giudici del tribunale di Terni per la sensibilità dimostrata nei confronti di questo caso e la velocità del loro intervento” - è stata nuovamente sentita dalla polizia giudiziaria. In questa occasione ha fornito una foto che “documentava ulteriormente le lesioni cagionate dal pugno ricevuto il 18 gennaio e ricordava di avere subito una ulteriore aggressione fisica il 18 aprile 2021, quando a seguito di una lite particolarmente accesa” il marito “le sferrava due pugni all’altezza dei reni ed il figlio minore, che aveva assistito al fatto, spaventato, chiamava il 112 e chiedeva l’intervento delle forze dell’ordine presso l’abitazione della famiglia” che vive in una casa popolare assegnata al marito, attualmente disoccupato. Episodio che, rileva il giudice Simona Tordelli, “trova riscontro nell’annotazione di servizio redatta dalla questura di Terni il 18 aprile 2021 relativa all’intervento effettuato presso l’abitazione familiare”.

Secondo il gip del tribunale di Terni sussistono dunque “gravi indizi di colpevolezza” in quanto le dichiarazioni rese dalla vittima “non solo sono pienamente attendibili in sé in quanto coerenti e circostanziate, ma anche confortate da riscontri esterni che ne corroborano l’attendibilità”.

“Tutti gli atti di indagine hanno consentito di accertare una pluralità di condotte vessatorie” attraverso le quali l’indagato ha “reso la convivenza intollerabile alla vittima, stante le vessazioni che ella è stata costretta a subire, consistite in continue ingiurie, minacce, veri e propri atti di aggressione fisica, con una escalation di violenza culminata con l’episodio del 16 gennaio”.

Il giudice ha dunque disposto l’allontanamento da casa “con prescrizione di lasciare immediatamente” l’abitazione e “non farvi rientro e accedervi senza l’autorizzazione dell’autorità giudiziaria” con l’ulteriore prescrizione di “non avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati” dalla moglie.

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