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Cronaca Centro / Via Anastasio de Filis

A Terni un’altra scritta contro il 41 bis: "Tentativo di infiltrazione nell’anniversario delle stragi di mafia"

È comparsa in via De Filis: vernice arancione come nel caso della rotonda dell’obelisco e un messaggio contro il carcere duro definito “vergogna”. La segnalazione

Due indizi non fanno una prova, ma possono mettere sulla strada giusta. E allora, forse non è stato un semplice caso la prima scritta contro il carcere duro comparsa la scorsa settimana su un muro nei pressi della rotonda dell’obelisco in corso del Popolo.  

La nuova scritta contro il 41 bis, il carcere “duro” per i mafiosi, è comparsa questa mattina in via De Felis, nel centro storico di Terni. Il messaggio recita che il “41 bis è tortura” mentre nel primo caso lo “slogan” si limitava a dire “no al 41 bis”.

Gli elementi in comune cominciano però ad essere diversi. Anzitutto, il messaggio. Poi la vernice utilizzata che sembra essere proprio la stessa, color arancione. Terzo elemento: le scritte sono cominciate a comparire nei giorni immediatamente a ridosso dell’anniversario della morte di Paolo Borsellino, il magistrato antimafia ucciso in un attentato di stampo mafioso in via D’Amelio a Palermo, neanche due mesi dopo la morte di Giovanni Falcone e dunque nel trentennale dell’anniversario di questi eventi.

La segnalazione della critta arriva da un residente della zona: “Questa scritta vergognosa è apparsa questa mattina in via De Filis. A questo punto è evidente come a Terni sia in corso un tentativo di infiltrazione nel tessuto sociale da parte di fenomeni riconducibili alla criminalità organizzata in coincidenza con l’anniversario delle stragi di mafia del 1992. Credo sia doveroso da parte delle istituzioni e dei partiti non solo stigmatizzare ma anche avviare un dibattito serio sulla questione che potrebbe portare a derive antistituzionali. Ricordiamo la lezione di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: tenere sempre alta la guardia perché la mafia e in generale la criminalità organizzata sono mostri che rialzano la testa ad ogni nostra esitazione. Per combattere questi fenomeni criminali la politica deve essere impermeabile ad infiltrazioni. E soprattutto ricordiamoci che nessun partito può definirsi immune perché la mafia non ha colore politico”.

Viste le concomitanze tra le due scritte e il “rischio” di infiltrazioni collegate alla presenza di detenuti al 41 bis nel carcere di Terni – sono attualmente 26 – è il caso di fare chiarezza ed evitare di “rubricare” questi episodi a singoli casi. Perché così potrebbe non essere.

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