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Cronaca

L’Azione cattolica alle prostitute: “Perdonateci, conosciamo i ricatti che vi opprimono. Le leggi vanno accettate solo se efficaci”

La presidenza dell’Ac diocesana di Terni Narni Amelia scrive alle donne che “ingenerano la convinzione di esercitare la prostituzione” e poi si rivolge ai ternani: riprendiamo insieme e con più forza l’impegno per la qualità civile di tutte le nostre istituzioni pubbliche

“Carissime sorelle, carissime donne…”. Comincia così la lettera che la presidenza dell’Azione cattolica diocesana di Terni Narni Amelia indirizza alle donne che “ingenerano la convinzione di esercitare la prostituzione”. Uno scritto che arriva dopo i giorni “caldi” della polemica attorno all’ordinanza antiprostituzione firmata dal sindaco di Terni, Leonardo Latini e con il quale “uomini e donne” dell’Ac vogliono manifestare “tutto il rispetto” e offrire “tutta la nostra amicizia” a queste donne che “come altri fratelli” non sono “fuori dalla nostra comunità”.

“Conosciamo o almeno intuiamo i ricatti vili e ignobili che spesso opprimono le vostre vite – scrivono dall’Azione cattolica - e avvertiamo come dovere denunciarli e porci al vostro fianco. Se non lo facessimo, non saremmo degni della liberazione che Gesù ha donato a noi e a tutti e della quale Gesù stesso ci chiama in ogni momento e in ogni circostanza a essere responsabili senza eccezione alcuna. Come voi, anche noi conosciamo il dramma di tutte le volte che in un gesto d’amore mettiamo un po’ meno di tutto noi stessi. Come voi anche noi a volte viviamo il nostro corpo come dono, mentre altre volte non ci riusciamo. Come voi anche noi a volte sentiamo forte il peso della vita e impossibile la fedeltà ai desideri più veri. Tante volte Gesù ci ha rialzato dalla polvere in cui altri ci avevano gettato o nella quale ci eravamo cacciati! …e quante volte anche con noi Gesù ha dovuto farlo di nuovo. La sua mano tesa, il suo sguardo dolce, la sua parola possono avere mille nomi, ma sono per tutti. Quello stesso Gesù ci chiede anche franchezza e passione per la giustizia”.

La lettera arriva al cuore della questione nei passaggi in cui sottolinea come “leggi e norme devono essere accettate solo se efficaci, se non si fanno aggirare spostandosi di cinquecento metri; solo se giuste, se non lasciano nella penombra le responsabilità dei maschi e del maschilismo nel mercato del sesso; solo se non difendono il pudore in un caso e non in altri dieci, pudore ferito nelle nostre strade anche altrimenti; solo se non ripetono il già prescritto, con una ripetizione che evidentemente ha scopi solo in piccola parte propriamente giuridici”.

“Sorelle nostre – dicono ancora da Ac - perdonateci per le volte che vi abbiamo scansato preferendo mantenere il nostro passo, dettato da pregiudizi e piccole preoccupazioni, e private del vostro bene e della benedizione del Signore su di voi. Vogliamo, sollecitati dal Vangelo, imparare a camminare insieme verso un po’ più di libertà e di giustizia. E voi, concittadine e concittadini ternani: riprendiamo insieme e con più forza l’impegno per la qualità civile di tutte le nostre istituzioni pubbliche. Di quelle politiche, certamente, ma anche di quelle della famiglia, della scuola, della Chiesa e delle comunità religiose, delle imprese e altre ancora”.

“Rialziamoci e riprendiamo il cammino senza lasciare per strada nessuno. Ascoltiamoci di più gli uni con gli altri, prestiamo attenzione a quanto accade, condividiamo le speranze più autentiche e facciamone tessuto di un’amicizia civile più forte”.

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