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Cronaca

Attentati e bombe, in carcere a Terni uno dei pezzi da novanta degli anarchici italiani

Alfredo Cospito è stato trasferito a Sabbione dal penitenziario di Ferrara: è accusato di avere gambizzato l’ad di Ansaldo Nucleare e di una serie di altri atti commessi fra il 2005 e il 2016

Trasferito nel carcere di Terni, reparto alta sicurezza As2, Alfredo Cospito, uno dei leader del movimento anarchico in Italia. Era detenuto dal 2013 nel penitenziario di Ferrara dove stava scontando una doppia condanna. La prima perché accusato di avere “gambizzato” nel maggio del 2012, assieme a Nicola Gai, altro anarchico torinese, l’ad di Ansaldo nucleare, Roberto Adinolfi.

L’agguato avvenne sotto casa del manager, sulle colline del quartiere Marassi a Genova. A sparare – come ammesso durante il processo – fu lo stesso Cospito, con una pistola che – rivelò l’imputato – era stata acquistata per 300 euro al mercato nero. Gli investigatori risalirono ai due attentatori grazie ad alcune cifre della targa dello scooter usato per la fuga che Adinolfi aveva fatto in tempo a vedere prima che Cospito e Gai si dileguassero.

Su Cospito pende poi una condanna a vent’anni di cella per il processo Scripta Manent, iniziato a Torino nel 2017: una ventina le persone arrestate nel blitz del settembre 2016 per le azioni sovversive – compresa la pubblicazione di scritti anarchici - che vengono contestate al Fronte anarchico informale e che si sarebbero consumate fra il 2005 ed il 2016.

Cospito è stato anche coinvolto nell’indagine Shadow, condotta dalla procura della Repubblica di Perugia che ha indagato su un progetto per sabotare la linea ferroviaria Orte-Falconara. Progetto che non l’avrebbe coinvolto – comunque – in maniera diretta. Fu proprio durante questa attività investigativa che nel pc di Cospito venne trovata una copia del foglio anarchico rivoluzionario Kn03, attraverso il quale “si istigava – secondo gli inquirenti - la commissione di delitti non colposi contro la personalità internazionale e interna dello Stato, al fine di sovvertirne, attraverso la pratica della violenza, il suo ordinamento politico, economico e sociale”.

Sempre secondo gli inquirenti, sarebbero di Cospito le indicazioni dietro ai tre pacchi bomba inviati nel giugno del 2017 a due magistrati di Torino e all’ex direttore del dipartimento per l’amministrazione penitenziaria di Roma. Con quelle indicazioni, Cospito avrebbe chiesto ai suoi di “eseguire azioni” contro il “suo carceriere” anche come “cani sciolti”. Carceriere che sarebbe poi Roberto Maria Sparagna, sostituto procuratore di Torino impegnato nell'inchiesta Scripta manent.

La notizia del trasferimento di Cospito – che ora si trova a Terni assieme ad un altro pezzo da novanta dell’anarchismo internazionale, Juan Antonio Sorroche Fernandez – ha trovato spazio nella stampa anarchica. “Dimenticare i prigionieri della guerra sociale – scrivono i ‘compagni’ di Cospito - significa dimenticare questa stessa guerra: solidarietà rivoluzionaria con gli anarchici imprigionati”.

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