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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Gli strozzini al telefono: “Mi devi 500 euro a settimana”. Vittima costretta a rivendersi l’auto

Dall’ordinanza di arresto emergono nuovi particolari dopo le cinque misure cautelari dell’operazione Hirudo. Stamattina via agli interrogatori

Una delle vittime della banda di usurai sgominata dalle forze dell’ordine si è vista costretta a rivendersi l’auto acquistata pochi mesi prima, proprio per far fronte alle richieste degli strozzini. “Mi devi 500 euro a settimana”, questo uno dei messaggi scoperti dagli inquirenti e finiti negli atti firmati dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Terni, Barbara Di Giovannantonio. 

I provvedimenti Nell’ordinanza di 26 pagine, che ha portato alle cinque misure cautelari, emerge il quadro dei movimenti che gli arrestati (il trentunenne di Terni e il cinquantaseienne di Roma, attualmente in carcere, e la sessantacinquenne e il quarantanovenne ternani, ai domiciliari insieme al cinquantacinquenne romano) hanno messo in campo per portare avanti i “fatti di usura”. Nove in totale quelli inseriti negli atti dagli inquirenti, che partono dall’aprile 2018.

In uno di questi, una delle vittime si vede costretta a rivendere sottocosto l’auto a settembre 2018, appena due mesi dopo averla acquistata. Il tutto per tentare di fronteggiare le richieste sempre più impellenti dei “recuperatori”. Richieste che in questo caso arrivavano a 500 euro a settimana. Dagli atti emerge un quadro che comprende anche la droga, per due degli arrestati: “Emergono - scrivono gli inquirenti - gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati rispetto a fatti di usura nonché a fatti di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti”. 

Gli interrogatori Questa mattina intanto prenderanno il via gli interrogatori di garanzia per i cinque arrestati, che compariranno per la prima volta davanti agli inquirenti e al giudice per le indagini preliminari, insieme agli avvocati difensori, tra i legali Manlio Morcella, Marco Gabriele e Francesco Mattiangeli. Al termine dell’interrogatorio il giudice deciderà se confermare o meno le misure sottoscritte e risponderà alle eventuali richieste delle difese.

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