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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Ast-Arvedi, i sindacati: “Dopo la vendita ora chiarezza sul piano industriale”

Le segreterie di Terni di Cgil, Cisl, e Uil: “Serve un tavolo al governo, che deve restare garante degli accordi presi a tutela del territorio”

“Dopo la vendita ora serve un incontro al governo per chiarire il piano industriale”. E’ la posizione delle segreterie provinciali e regionali di Cgil, Cisl e Uil, che condividono la posizione assunta dalla Rsu di Acciai Speciali Terni ThyssenKrupp insieme alle Segreterie dei metalmeccanici.

“Nel solco della tradizione sindacale che ha sempre contraddistinto le scriventi organizzazioni sindacali - si legge in una nota - Cgil, Cisl e Uil ritengono indispensabile conoscere, oltre ai nuovi assetti societari, almeno le linee guida del piano industriale che caratterizzerà il gruppo Arvedi in tempi rapidi, nella sede del Governo Italiano, che deve continuare ad essere il garante del prosieguo degli impegni su Terni al fine di valorizzarne la strategicità. Risulta essere altrettanto chiaro che rispetto a chi qualche anno fa metteva in discussione la sopravvivenza del sito di viale Brin, non possiamo che sottolineare il fatto che le battaglie di natura sindacale con la multinazionale tedesca, di proposta, come quella del riciclo della scoria, di prospettiva, come quella di adoperarsi per una fabbrica sostenibile, sono servite affinché Ast rimanesse appetibile fino al punto che, nonostante il contesto complicato, su Ast ci sono stai player di rilievo che hanno manifestato interesse”.

“Noi ci abbiamo sempre creduto. Ribadiamo oggi più che mai che il piano industriale deve contenere impegni precisi in grado di garantire non solo il consolidamento e lo sviluppo delle produzioni attuali, ma ragionare anche in termini di investimenti capaci di andare nella direzione di un mercato globale attraverso l’innovazione delle linee di processo e di prodotto, secondo le indicazioni di una siderurgia sostenibile ambientalmente, socialmente ed economicamente, dove l’intera occupazione - operai, impiegati quadri, somministrati e indotto - deve essere salvaguardata e, perché no, rafforzata sia numericamente che a livello di competenze. Alle istituzioni e alla politica chiediamo di svolgere la loro parte, uscendo dalle campagne elettorali e rispettando le organizzazioni sindacali e i lavoratori. Ci sono, per esempio, problemi infrastrutturali, materiali e immateriali, che da vent’anni non riescono a trovare soluzione, nonostante si siano avvicendati in Regione come al governo tutti i partiti dell’arco costituzionale, problemi che se non risolti, rischiano ancora una volta di mettere in discussione l’appetibilità e competitività di Ast e del territorio. Come comunità sarebbe necessario cogliere il momento per pensare a come modernizzare la manifattura, i servizi delle infrastrutture, della produzione di cultura e di conoscenza”. 

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