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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia

Asm-Acea, l’Autorità garante per il mercato: “Il socio privato acquisirà rilevanti poteri di governance”

Il parere di Agcm sull’operazione che l’azienda controllata dal Comune di Terni sta portando avanti alla ricerca di un partner industriale. I poteri dell’amministratore delegato e la “grana” della pubblica illuminazione

La procedura ha “garantito un sufficiente livello di trasparenza e pubblicità”. Ma le criticità nell’operazione che Asm sta portando avanti alla ricerca di un partner industriale, ci sono.

L’iter che porterà al “matrimonio” tra la municipalizzata di cui oggi il Comune di Terni è socio unico e Acea è oggetto di una serie di commissioni che da qui alle prossime settimane terranno impegnati i consiglieri comunali. Entro ottobre, la vicenda dovrebbe approdare a Palazzo Spada per il voto dell’assemblea cittadina. Nel frattempo, e ormai da qualche mese, si leggono le carte. Tra queste, c’è anche il parere che l’amministrazione comunale ha richiesto all’Autorità garante per la concorrenza ed il mercato per avere conferma della correttezza del percorso seguito.

“Asm intende concludere un accordo con un partner industriale selezionato con procedura di evidenza pubblica il quale, attraverso la sottoscrizione di un aumento di capitale, arriverà a detenere fino al 49% del capitale sociale, a fronte di una corrispondente riduzione della partecipazione del Comune fino al 51%”, scrive nell’introduzione alla relazione il direttore di Agcm, Roberto Rustichelli.

L’aumento di capitale avverrà attraverso il conferimento di “liquidità” (sul piatto Acea sembra abbia messo “cash” circa due milioni di euro, ndr) e “asset, comprese le partecipazioni in imprese già attive nel territorio provinciale e che contribuiranno allo svolgimento dei servizi di gestione del ciclo integrato dei rifiuti e idrico integrato, incluse le quote di una newco costituita ad hoc che, al termine dell’operazione, sarà costituita al 20% da Asm e all’80% dal socio privato”.

Il tema degli asset è stato oggetto di approfondimento nel corso della prima riunione della commissione, soprattutto da parte del Movimento 5 Stelle di Terni che guarda con perplessità al valore che viene attualmente dato – appunto – agli asset di Acea in mancanza di un piano regionale dei rifiuti che indichi gli indirizzi da qui ai prossimi anni.

Ancora di più, oggetto di discussione è il peso del socio privato nella governance dell’azienda, aspetto che già viene messo in evidenza da Agcm: “Il socio privato acquisirà rilevanti poteri di governance della società tra cui quello di nominare metà dei membri del consiglio di amministrazione, compresi il vicepresidente e l’amministratore delegato dotato di casting vote”.

Sfogliando i patti parasociali, si legge infatti che il consiglio di amministrazione di Asm Terni sarà composto da 6 membri: tre - incluso il presidente del consiglio di amministrazione - saranno nominati dal Comune di Terni e altrettanti dal socio privato a cui spetterà l’onere di indicare vicepresidente e amministratore delegato di cui vengono definiti i poteri: predisporre il budget e il piano industriale, conferire istruzioni di voto al rappresentante di Asm nelle assemblee delle società controllate, il potere di assumere, licenziare e stabilire la remunerazione dei dipendenti con qualsivoglia qualifica, compresi i key manager tra cui il direttore generale, che verranno individuati dallo stesso ad e “rispetto ai quali il presidente del consiglio di amministrazione esprimerà il proprio gradimento non vincolante”.

L’amministratore delegato sarà dotato anche di casting vote, ossia il voto “decisivo” che potrà essere esercitato in caso di voto paritario all’interno del consiglio di amministrazione.

La “concentrazione” di potere non è però l’unico appunto mosso dal garante per la concorrenza e il mercato che, pur sottolineando che “la procedura seguita dal Comune di Terni, seppure non sia stata una gara aperta, abbia comunque garantito un sufficiente livello di trasparenza e pubblicità” rileva “una importante eccezione con riferimento al servizio di illuminazione pubblica nel Comune di Terni, unico servizio pubblico affidato ad Asm direttamente dall’ente pubblico socio”.

“Al riguardo – scrive Agcm - si pongono due questioni”. La prima è tecnica e giuridica e riguarda il ruolo del socio privato all’interno di una azienda che riceve l’appalto per un servizio pubblico direttamente dal socio pubblico. Secondo Agcm sarebbe necessaria una gara “a doppio oggetto” che comprenda non solo la ricerca del partner industriale, ma anche “l’appalto o la concessione affidati, il requisito che la partecipazione del socio privato sia pari ad almeno il 30% del capitale sociale e che sia limitata nel tempo al concreto svolgimento dell’appalto o della concessione da parte del socio operativo. Nel caso di servizio di illuminazione pubblica, dunque, la scelta del socio privato di Asm in base a procedura di evidenza pubblica (...) non appare sufficiente. Infatti, rispetto a tale attività, il socio privato, pur non acquisendo compiti operativi, acquisirà di fatto poteri di indirizzo e decisionali su un servizio pubblico affidato dal Comune di terni in virtù dei generali poteri di governance esercitati su Asm e occorrerà pertanto valutare il rispetto degli altri requisiti richiesti”.

“In secondo luogo, e a prescindere dall’attuazione della operazione societaria, la mancanza in capo ad Asm dei requisiti per essere qualificata come società in house rende, in ogni caso, illegittimo l’affidamento diretto del servizio di illuminazione pubblica alla società (...). Si ritiene che il Comune di Terni debba quindi procedere quanto prima alla regolarizzazione dell’affidamento del servizio nel rispetto dei modelli di gestione dei servizi pubblici locali esistenti, ovverosia in alternativa: individuazione di una società con i requisiti per l’affidamento in house, diversa pertanto da Asm; affidamento a terzi con gara; oppure affidamento ad Asm stessa nella forma della partnership pubblico privata”. 

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