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Economia

Arvedi si presenta: "Ecco il nostro piano di sviluppo per Ast"

il cavaliere Giovanni Arvedi svela il progetto per il sito di viale Brin: "Recuperiamo produttività e competitività"

"Recuperare produttività e competitività, ecco il nostro progetto": Così il cavalier Giovanni Arvedi ha avviato la conferenza stampa alla biblioteca dell'Ast, per la presentazione del piano industriale. Diversi i punti affrontati dalla nuova proprietà. 

"Per essere competitiva - ha spiegato il cavaliere - l'azienda ha bisogno di persone e strutture. Per noi è arrivato il momento di riorganizzare. Lo faremo con una prima fase di recupero, insieme a bravi dirigenti ed operai che ci hanno accolto con dignità trasparenza. Dobbiamo anche lavorare per recuperare produttività e competitiva, anche con le nostre tre gambe, ossia magnetico, inossidabile e fucile. La situazione attuale vede ora l'acciaio inossidabile a metà, e le fucine traballanti. Per questo l'azienda è da rilanciare in primis con il laminato a freddo". 

Sul fronte investimenti, Arvedi ha spiegato che "servono investimenti di circa tre anni". "In una seconda fase ci occuperemo di installare e fare funzionare le macchine per diventare competitivi. Questa fase deve arrivare prima possibile per affrontare la competitività degli altri concorrenti. Per le Fucine, cercheremo di prendere ordine da tutto il mondo, perché ci dobbiamo rinforzare". Rispetto al problema dei costi dell'energia, Arvedi ha spiegato che "la questione è legata al gas, il costo dell'energia è collegato al costo del gas".
 

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I dettagli del piano industriale: “Tutti gli impianti si svilupperanno sulla base di un Accordo di programma tra sindacati, Governo ed istituzioni locali. L’azienda manterrà la sua attuale produzione. Inoltre sta sistemando la parte del rottame. Installerà un forno per il riscaldo delle bramme ed una nuova linea di decapaggio. Un impianto di laminazione a freddo ed uno di laminazione e ricottura. Infine sui capannoni di 50 mila metri quadrati installerà un complesso per il magnetico, nell’arco di 4-5 anni. L’investimento è pari ad un miliardo. Fondamentale la presenza dell’energia verde che deve servire per fare l’idrogeno. Questa azienda è nata perché c’era l’energia qui vicino. Diventa un termine chiave per fornire il lavoro a questa azienda e per permettere la decarbonizzazione”.  

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