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Acciaierie, sindacati contro: “guerra” sull’accordo al Centro di finitura

Fiom non firma, Fim e Fismic: posizioni buone solo a pulire le coscienze. Usb: no a posizioni che peggiorano sicurezza e condizioni di lavoro

Centro di finitura Ast, sul tabellino dello scontro si registra un primo pareggio. Alla Fiom Cgil che si sfila dall’accordo sulla riorganizzazione del personale si contrappongono Fime Fismic: posizioni buone solo a pulire le coscienze. Riprese, ancora, da Usb: no a posizioni che peggiorano sicurezza e condizioni di lavoro.

Partecipare alle riunioni per dire semplicemente no, senza rappresentare in modo chiaro le motivazioni – scrivono in una nota congiunta Fim Uilm e Fismic Ugl - produce un solo effetto che è quello di dare carta bianca all'azienda per fare tutto ciò che vuole e farlo come e quanto vuole. Nel confronto avvenuto al Centro di finitura, quando abbiamo compreso che qualcuno perseguiva questa strada favorendo l’azienda a completo discapito dei lavoratori, abbiamo spinto nel farla impegnare formalmente, disinnescando di fatto questo becero tentativo. Il verbale di riunione sottoscritto ha semplicemente ratificato quanto richiesto e discusso in due riunioni da tutte le parti presenti, dove l’azienda era partita dall’idea di smantellare completamente l’ente qualità in reparto, mettere  in discussione gli operatori terzi addetti e sostanzialmente non riconoscere nulla in termini di professionalità, per arrivare alla mediazione finale dove l’azienda ha ceduto a parte delle nostre richieste, confermando due dei cinque operatori di qualità, avviando già dal mese di novembre un percorso formativo che sostanzialmente permetterà di avere nuove aperture relative ad un maggiore riconoscimento delle polifunzionalità che da sempre contraddistingue l’attività di lavoratori di quell’area e a consolidare oggettivamente l’inquadramento del terzo operatore d’impianto. Abbiamo inoltre ottenuto il riconoscimento di ulteriori quattro 5s rispetto ai vecchi accordi. Avevamo richiesto più volte e senza successo il riconoscimento di ulteriori quattro 5b, risposta che per onore del vero ha rappresentato la motivazione per la delegazione Fiom per riservarsi la possibile firma in un secondo momento, cosa che alla luce di quanto abbiamo appreso dalla stampa poi non è più avvenuta. Vogliamo affermare che le posizioni utili solo a pulire le coscienze senza assumersi le responsabilità non ci appartengono e alle ridicole strumentalizzazioni delle Rsu Fiom di queste ore, tanto per essere chiari, gli diamo quel poco valore che oggettivamente hanno”.

Posizione, quella di Fime Fismic, che viene però ribaltata da Usb secondo cui “Il verbale di accordo sottoscritto segna il perimetro di discussione su cui alcune organizzazioni si muoveranno, all’interno del confronto con l’azienda dal prossimo 29 ottobre, quando si inizierà la discussione sul piano industriale e sulla piattaforma integrativa. Legittimamente alcuni pensano sia giusto contrattare e remunerare quello che per noi sarebbe invece un peggioramento delle condizioni di lavoro in fabbrica. La polifunzionalità e la flessibilità devono essere termini da rimuovere dal lessico e dal vocabolario del sindacato tutto. Ecco perché abbiamo ritenuto non opportuno firmare tale verbale. Non importa se in qualche area di Ast queste pratiche sono già in essere da molto tempo, anche da prima del nostro ingresso. Inspiegabile, semmai, è che non ci sia stata allora la volontà di far recedere l’azienda da questa modifica, epocale per i lavoratori dello stabilimento. Il perimetro di azione della Usb sarà sempre quello della difesa delle condizioni lavorative per migliorarle, contrastando i tentativi aziendali di trasformare questa fabbrica in un grande esperimento di flessibilità orizzontale. Per noi rimane inaccettabile che un lavoratore cambi non solo impianto, ma anche area di lavoro, anche se solo per alcuni mesi. Questo va a discapito innanzitutto della sicurezza, oltre che a mortificare la professionalità. L’Ast soffre, ormai dal 2014, di una crisi occupazionale che ha generato un peggioramento delle condizioni lavorative e che crea elementi di insicurezza durante le fasi del lavoro. Per noi, pertanto, resta imprescindibile una nuova campagna di assunzioni in pieno rispetto del seppur debole decreto dignità. Visto e considerato che il verbale prodotto in Cdf è anche in piena continuità con quanto espresso dallo scorso accordo, che di fatto terziarizza una parte del processo produttivo - verbale che allora solo noi non firmammo - troviamo pertanto del tutto inadeguate e pretestuose le polemiche di organizzazioni sindacali che oggi si ergono a difesa dei lavoratori, quando a marzo firmarono invece per poter cedere pezzi di processo a ditte esterne, abbassando pertanto il costo del lavoro, le condizioni lavorative e alimentando di fatto la competizione e la frammentazione sociale all’interno di Ast. Noi non firmammo, perché per l’Usb non esistono lavoratori di serie A e di serie B. Dov’erano queste organizzazioni sindacali quando l’azienda, tempo fa, scelse di terziarizzare la logistica interna in tutto lo stabilimento, oppure quando si è aperto all’ingresso dei vigilantes privati, mettendo a rischio la strategicità dell’ente Vig? Ci vuole innanzitutto coerenza”.

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