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Ast in vendita, c'è Marcegaglia ma anche Arvedi e altri due gruppi top secret..I sindacati chiamano i parlamentari: "Impegno e tutela"

Confronto tra le sigle sindacali del settore metalmeccanico e i parlamentari sul futuro dell'acciaeria di Terni dopo l'annuncio della vendita: "Temiamo depotenziamento, già 17 posti di lavoro tagliati" LE INTERVISTE A RAMPICONI (FIOM CGIL) TAJANI (FI) E VERINI (PD)

“Il sito di Ast a Terni è strategico e da qui si deve ripartire, no a svalutazioni e a scelte che possono provocare indebolimenti”. Irremovibili su questo concetto i sindacati del settore metalmeccanico che sull’annunciata vendita dell’acciaieria ternana da parte di Thyssen chiamano in causa tutti i parlamentari umbri, nazionali ed europei: vigilare, dicono, tutelare i posti di lavoro e controllare contro eventuali svalutazioni che penalizzerebbero il territorio e l’intera Italia. Il futuro di Ast Terni preoccupa non poco le sigle.

Ad oggi Ast Terni impiega 2.350 lavoratori, più altri 800 addetti di ditte esterne e vari altri migliaia di addetti dell’indotto. “L’ad di Ast Burelli – spiegano – hanno annunciato il taglio di 17 contratti interinali, 17 posti di lavoro che dunque vengono meno, questo significa che alcuni reparti non partiranno mentre altri, come il Tubificio, subiranno turni mortificanti e assurdi.

Per i sindacati si stanno addensando troppe nubi all’orizzonte che rischiano di compromettere la cessione con un nuovo partner: “Non possiamo arrivare alla vendita in una situazione critica - tuonano – sollecitiamo dunque Tk a sistemare le cose prima possibile e per questo chiediamo la tutela e la collaborazione dei parlamentari. Abbiamo incontrato il gruppo Marcegaglia – continuano – che è intenzionato a comprare il sito, farà un’offerta a Tk, si pensa a ottobre”. Ma non c’è solo Marcegaglia perché gli interessi ci sono anche da Arvedi di Cremona e altri due gruppi al momento top secret. La pandemia e la crisi economica in sostanza potrebbero rappresentare situazioni di svantaggio specie nei confronti della concorrenza che oggi, rimarco le sigle, proviene da paesi come la Cina, la Turchia, l’Indonesia.

All’incontro dei sindacati presso la sede della Cgil di Terni erano presenti i parlamentari dei vari schieramenti tra cui i deputati Walter Verini (Pd), Raffaele Nevi, Giorgio Mulé (Forza Italia) e Tiziana Ciprini (M5s) e dei senatori Valeria Alessandrini, Luca Briziarelli, Stefano Lucidi (Lega) e Leonardo Grimani (Pd). I segretari di Fiom, Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Usb hanno dunque chiesto un impegno rispetto alla vertenza aperta e alla salvaguardia dei livelli occupazionali e impiantistici nel momento di transizione. Serve un’unità di intenti, temiamo depotenziamento del sito. Oggi tutto lo stabilimento è in discussione”. Presente anche l’europarlamentare di Forza Italia Antonio Tajani: “Bene la concorrenza – rimarca – purché non sleale, per questo lo Stato deve tutelare le aziende, sono favorevole ai dazi nei confronti di chi non è ‘green’ e che non rispetta le regole ambientali”.

GUARDA | Le interviste a Tajani (FI) e Verini (Pd)

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