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Economia

Appalti Ast Terni in scadenza: “Allarme per 1.500 lavoratori, in gioco il futuro dell’economia ternana”

Intervento di Cgil, Cisl e Uil: “Una vicenda enorme per l’impatto che potrebbe avere su centinaia di aziende, che vivono solo in funzione delle acciaierie e danno lavoro a un pezzo importante della città e del territorio”

Cosa succederà alle lavoratrici e ai lavoratori dell’indotto di Ast, circa 1.500 persone, dal 1 gennaio 2023, quando andrà in scadenza la maggior parte degli appalti attualmente in essere? È la domanda che i sindacati - Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil di Terni - pongono “con forza alla proprietà delle acciaierie e alle istituzioni locali e regionali” sottolineando “l’assoluta necessità di scongiurare altre possibili perdite occupazionali in un momento di enorme difficoltà per il tessuto sociale territoriale”.

“La vicenda dell’appalto della vigilanza è stata il primo campanello d’allarme - hanno spiegato oggi nel corso di una conferenza stampa i segretari delle tre sigle, Lucia Rossi (Filcams Cgil), Sergio Sabatini (Fisascat Cisl) e Massimiliano Ferrante (Uiltucs Uil) - ma nessuna discussione si è aperta su quello, come sugli altri appalti in scadenza. Eppure, parliamo di una vicenda enorme per l’impatto che potrebbe avere su centinaia di aziende, che vivono solo in funzione delle acciaierie e che danno lavoro a un pezzo importante della nostra città e del nostro territorio”.

Insomma, per i sindacati “in gioco c’è il futuro stesso dell’economia ternana. Aprire la discussione sul piano industriale di Ast è un’esigenza non più rinviabile - hanno rimarcato Rossi, Sabatini e Ferrante - e questa discussione deve includere anche lavoratrici e lavoratori degli appalti multiservizi (mense, pulizie, vigilanza, etc.) che noi rappresentiamo. Anche le stesse aziende dovrebbero porre il problema, perché è in gioco l’assetto economico della nostra provincia, in cui il sistema degli appalti è così pervasivo. Come dovrebbero uscire dal silenzio anche le istituzioni che invece balbettano di fronte alla mancanza di chiarezza e trasparenza sul futuro di Ast”.

E a proposito di istituzioni, Cgil, Cisl e Uil, a tutti i livelli, chiedono da tempo un intervento normativo della Regione in materia di appalti: “Non è più rinviabile una legge che metta fine alle continue scorribande dei cambi di appalto, quando si aprono sistematicamente guerre sul mantenimento dei diritti di chi lavora, dei profili orari e degli stessi posti di lavoro - hanno concluso i rappresentanti di Filcams, Fisascat e Uiltucs - La politica ascolti questo grido d’allarme e intervenga finalmente per sanare una situazione indegna di un paese civile”.

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