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Economia

Ast, l’era Thyssen si chiude con un record: produzione di acciaio liquido più alta dal 2013

I numeri del 2021 di viale Brin: fatturato superiore a 2 miliardi di euro e utile da oltre 53 milioni. Obiettivo sicurezza: 13 infortuni in 12 mesi, incidenza più bassa della media della siderurgia italiana

Chissà se dalle parti di Essen, leggendo i numeri del 2021 di Ast Terni, qualche “rimpianto” ce l’hanno? E magari, proprio in virtù dei risultati ottenuti nell’anno fiscale che si è chiuso lo scorso settembre, ThyssenKrupp potrebbe valutare di restare con più di una piccola partecipazione nella compagine societaria che governerà la “nuova” Ast nell’era Arvedi. Perché quello di viale Brin è stato un anno dai risultati importanti, contraddistinto da una “importante capacità di resilienza” e da “segnali significativi di ripresa economica”. Nonostante i contraccolpi della pandemia.

“Un anno difficile che si conclude con numeri positivi e importanti – spiega una nota diffusa dall’azienda - L’utile netto di Ast è pari a 53.344.002 euro e il fatturato ammonta a 2.047.425.593 di euro. Alla fine dell’anno fiscale sono state prodotte 1 milione 79mila tonnellate di acciaio liquido, un risultato che non si raggiungeva dal 2013. Come è accaduto per l’economia nazionale, Ast ha visto incrementare le sue performance soprattutto nella seconda metà dell’anno fiscale, ma ha dovuto affrontare e gestire una vera e propria tempesta che si è abbattuta sui mercati delle materie prime e su quello dell’approvvigionamento energetico. Oggi la domanda è trainante (ad eccezione dell’automotive che continua a essere un settore debole) e questo ha permesso il raggiungimento di livelli produttivi importanti, con una saturazione degli impianti: nonostante questo ci sono stati notevoli miglioramenti di produttività e qualità, sia interna che esterna”.

Altro elemento rilevante è legato al tema della sicurezza: “Pure in un periodo di produzione in ascesa – prosegue l’azienda - gli elevati standard di sicurezza hanno garantito un livello minimo di infortuni e il raggiungimento del traguardo “zero infortuni” in quattro reparti dello stabilimento. Nell’ultimo anno fiscale, Ast ha registrato 13 infortuni ed oggi l’azienda ha un’incidenza di infortuni sei volte più bassa della media della siderurgia italiana, registrando la miglior performance di sempre (indice di frequenza infortuni 3,3 contro 3,4 dell’anno precedente). Sul piano della gestione della pandemia i protocolli attuati hanno avuto pieno successo, nessun focolaio o cluster si è sviluppato all’interno dell’Azienda. Anche l’introduzione del green pass obbligatorio non ha creato problemi organizzativi o produttivi”.

Infine, la formazione del personale: 853 persone sono state coinvolte nei percorsi formativi lean di Ast e sono stati portati a compimento 388 eventi di miglioramento continuo (Kaizen Blitz, Quick Kaizen, Lean training) raggiungendo il numero complessivo di 1.131 eventi dall’inizio della Lean transformation in Ast.

Eredità di tutto rispetto che chiude – ma non del tutto – l’era Thyssen e inaugura quella di Arvedi: dopo l’ok dell’antitrust europeo, il closing della trattativa è atteso per l’inizio del 2022.

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