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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Di lavoro si continua a morire e l’Umbria indossa la maglia nera delle morti “bianche”

La regione in “zona rossa” per quanto riguarda gli infortuni mortali, in media c’è una denuncia di incidente ogni ora. A Terni un decesso in questi primi tre mesi del 2023

Primo maggio, festa del lavoro e dei lavoratori. Ma di lavoro in Italia, in Umbria e a Terni si continua a morire. Anzi, peggio. Perché l’Umbria “guadagna” la maglia nelle morti bianche. Il cuore verde d’Italia finisce infatti sul podio dell’insicurezza nei luoghi di lavoro assieme a Valle d’Aosta, Abruzzo, Marche e Piemonte.

Lo dicono le elaborazioni statistiche dell’Osservatorio Vega Engineering che ha stilato una mappa dell’insicurezza in Italia con l’obiettivo di “aiutare a capire dove i lavoratori hanno rischiato maggiormente la propria vita da gennaio a marzo di quest’anno”.

Vega spiega in una nota che “la strage dei lavoratori continua” e che dall’inizio dell’anno sono “già quasi 200 vittime, per una media di oltre 65 decessi al mese e 15 alla settimana”. Nel dettaglio, sono 148 gli infortuni mortali in occasione di lavoro, 48 quelli in itinere, 7 vittime in più del 2022. “Ma la piaga dell’insicurezza non si rimargina”.

L’osservatorio rileva come sia “ancora preoccupante l’incidenza di mortalità dei giovanissimi con un’età compresa tra i 15 e i 24 anni. Quasi doppia rispetto ai colleghi nella fascia tra 25 e 34 anni. E nella fascia fino a 14 anni si rilevano addirittura 16.582 denunce (oltre il 10% del totale). Gli stranieri hanno un rischio di infortunio mortale superiore agli italiani: con un’incidenza di mortalità di 9,7 contro il 6,0 degli italiani. Diminuiscono invece le denunce di infortunio complessive: -25,5% rispetto a marzo 2022, ma va ricordato che nei primi mesi del 2022 gli infortuni per Covid erano ancora molto numerosi. Infatti, le denunce nel settore della sanità fanno rilevare la flessione maggiore, a dimostrazione che la conclusione dell’emergenza sanitaria è la vera causa di questa diminuzione”.

Il settore nel quale si verifica il maggior numero di incidenti è quello manifatturiero, seguito dalla sanità (6.929), dalle costruzioni (6.854), dai trasporti (6.826) e dal commercio (6.560).

Per quanto riguarda i numeri assoluti degli infortuni mortali sul lavoro, spetta ancora alla Lombardia la maglia nera per il numero di vittime (29). Seguono Piemonte (16), Veneto (15), Lazio (13), Emilia Romagna (11), Campania (10), Sicilia (9), Toscana (8), Puglia (7), Marche e Umbria (6), Abruzzo (5), Sardegna, Liguria e Friuli Venezia Giulia (3), Trentino Alto Adige (2), Valle d’Aosta e Calabria (1).

Secondo i dati di Vega Engineering, a Terni in questi primi tre mesi del 2023 si è verificato un solo incidente mortale sul lavoro che vale però al territorio provinciale il 16esimo posto in graduatoria se rapportato al numero complessivo di occupati (poco meno di 83mila).

“L’emergenza morti sul lavoro nel nostro Paese – commenta Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega Engineering - continua a rappresentare una dolorosa battaglia. Specie quando parliamo di lavoratori giovanissimi. Infatti, l’incidenza di mortalità di chi ha un’età compresa tra i 15 e i 24 anni è quasi doppia di quella dei colleghi che hanno un’età compresa tra i 25 e 34 anni (5,2 contro 2,9). Se dal confronto con l’anno scorso possiamo considerare positivamente la diminuzione del 25% degli infortuni denunciati, dobbiamo però ricordare che nel 2022 ed in particolare nei primi mesi dell’anno, erano ancora molti gli infortuni denunciati connessi al Covid. Questo fa pensare che la flessione rilevata in questi primi 3 mesi sia dovuta alla scomparsa del fenomeno Covid dalle statistiche sugli infortuni e non a una riduzione degli infortuni direttamente connessi alle attività lavorative”.

La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (61 su un totale di 148). Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio a marzo 2023 sono 15; mentre in 7 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 23, mentre sono 10 quelli che sono deceduti a causa di un infortunio in itinere. Il mercoledì e il venerdì sono i giorni della settimana in cui si è verificato il maggior numero di infortuni mortali nel primo trimestre dell’anno (18,9%).

Le denunce di infortunio sono in diminuzione del 25,5% rispetto a fine marzo 2022. Erano infatti 194.106 a marzo 2022. Nel 2023 sono scese a 144.586. Ma restano comunque un’enormità: basti pensare che a livello regionale la madia è di circa 9mila denunce ogni anno. Significa che in Umbria un lavoratore ogni ora denuncia un infortunio sul lavoro.

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