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Economia circolare, le strategie per il futuro: “Il Pnrr occasione imperdibile”

Al convegno Nemetria in Fondazione Carit anche il professor Jeffrey Sachs della Columbia University. Carlini: “Importante intraprendere il nuovo approccio”

“Ben venga la concentrazione di interesse sul tema dell'economia circolare”: lo ha detto Giuseppe De Rita, presidente di Censis in occasione del convegno promosso da Nemetria, sempre da lui guidata, sul tema “Economia circolare e Pnrr”. Appuntamento, a Terni al Palazzo Montani, che ha visto come protagonisti il prof. Jeffrey Sachs, docente universitario e direttore dell’Earth institute presso la Columbia University, già consigliere di tre segretari generali delle Nazione unite.

“La moltiplicazione delle riflessioni sull'economia circolare - ha sostenuto De Rita - viene dalla delicata dinamica della nostra economia in questo periodo storico. L’Italia ha fatto la sua recente fortuna sui mercati internazionali puntando su quattro grandi filiere globali, ossia made in Italy, enogastronomia, produzione di macchinari, turismo. Oggi quella strategia di lungo raggio rischia di essere messa in crisi da nuovi fenomeni e fattori e gli operatori si orientano a lavorare sul corto raggio. Cosa che li trova spiazzati rispetto alle strategie degli ultimi decenni. Aiutarli a ragionare di un’economia che viva nel corto e medio raggio è compito culturale decisivo”.

All'iniziativa hanno partecipato anche Alberto Carnevale Maffé, professore associato presso Sda Bocconi, Patrizia Boschetti, responsabile Performance analysis & operations-Circular economy & green refining Eni, Luca Del Fabbro, managing partner Fondo italiano per l'economia circolare, Roberto Morabito, direttore del Dipartimento sostenibilità Enea, la giornalista e fisica Silvia Camiscasca, Antonio Calabrò, responsabile Affari istituzionali Pirelli e presidente Museimpresa, Cristina Finocchi Mahne, docente presso l'Università Cattolica del Sacro cuore, Alberto Oliveti, presidente Enpam, Stefano Zamagni, presidente della Pontificia accademia delle Scienze sociali, e Bruno Tabacci, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. A fare gli onori di casa il presidente della Fondazione Carit Luigi Carlini, al tavolo insieme al sindaco di Terni Leonardo Latini. 

“Il tema dell’economia circolare - ha spiegato il presidente Carlini - rimane, nonostante la pubblicistica sempre più ampia che lo accompagna, un oggetto in gran parte misterioso per il pubblico più ampio. Quello che molti se non tutti sappiamo è che l’economia circolare è un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile. Si tratta, in buona sostanza, di allungare il ciclo di vita di un prodotto, contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo. Una volta che il prodotto ha terminato la sua funzione, i materiali di cui è composto vengono infatti reintrodotti, laddove possibile, nel ciclo economico. Si tratta di principi che si mettono in aperto contrasto con il tradizionale modello economico lineare, fondato invece sul tipico schema estrarre, produrre, utilizzare e gettare. I vantaggi del passaggio all’economia circolare sono in parte già evidenti in quei sistemi economici che si sono mossi prima di altri. Penso ad alcuni Paesi del Nord Europa come la Finlandia o la Norvegia. Forse per la prima volta l’Europa ha deciso di declinare al futuro i problemi lasciati irrisolti per troppo tempo”. 

“Con il Pnrr il nostro Paese ha un’occasione imperdibile per una ripresa ambientalmente sostenibile e sociale giusta”, ha detto Del Fabbro. “Possiamo e dobbiamo costruire - ha aggiunto - nuove infrastrutture necessarie e rilanciare la nostra industria con criteri sostenibili e circolari incrementando la resilienza dei sistemi di approvvigionamento e guadagnando in competitività Paese. L'economia circolare, adottando un approccio sistemico per affrontare le sfide globali, può contribuire a garantire una ripresa più forte che non sia solo più resiliente e prospera, ma che soddisfi anche molteplici obiettivi strategici sia a breve che a lungo termine, mitigando il rischio di crisi future come aumento dei prezzi delle materie prime e dei trasporti merci, il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità. Un'economia resiliente è anche quella che riesce a trovare un equilibrio tra globalizzazione e localizzazione, perché essere troppo dipendenti dall'una o dall'altra ci rende più vulnerabili”.

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