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Economia

“Servizi socio sanitari, così si mettono a rischio 1.200 posti di lavoro e la qualità del welfare in Umbria”

Legacoopsociali e Federsolidarietà sulla gara bandita dalla Asl 2: sul massimo ribasso serve un intervento normativo dell’assemblea legislativa regionale che vincoli i Comuni, le Usl e le altre amministrazioni pubbliche

“Nei giorni scorsi abbiamo segnalato per primi all’opinione pubblica, alla giunta regionale ed ai consiglieri regionali le criticità della gara per i servizi socio sanitari dell’Azienda Usl 2 che è nei fatti una gara al massimo ribasso, non prevede progetto tecnico e non prende in considerazione i bisogni ed i punti di vista dei fruitori del servizio e dei loro familiari – affermano Legacoopsociali e Federsolidarietà – che non sono stati in nessun modo coinvolti nella definizione delle caratteristiche dei servizi messi a gara”.

“Abbiamo osservato con piacere – aggiunge Carlo Di Somma, presidente di Federsolidarietà – che dopo la nostra segnalazione le organizzazioni sindacali e le diverse forze politiche hanno condiviso le nostre preoccupazioni per una gara che mette a rischio la qualità dei servizi di welfare in mezza regione e i diritti di 1.200 lavoratori che in tutti questi mesi hanno lavorato in prima linea a fianco di infermieri e medici per contrastare la pandemia. Tuttavia vogliamo evitare strumentalizzazioni politiche perché il nostro obiettivo è garantire ai cittadini della nostra regione servizi di qualità adeguati alle esigenze delle famiglie”.

Le pratica di gare di appalto che, nella sostanza, sono al massimo ribasso negli ultimi anni si è progressivamente diffusa nella nostra regione indipendentemente dal colore politico delle amministrazioni e sta progressivamente destrutturando il sistema di welfare comprimendo i diritti dei lavoratori.

“Riteniamo importante – continua Andrea Bernardoni, presidente di Legacoopsociali – affrontare il tema delle gare al massimo ribasso con un intervento normativo dell’assemblea legislativa regionale che vincoli i Comuni, le Usl e le altre amministrazioni pubbliche. Le gare al massimo ribasso infatti possono favorire l’infiltrazione delle imprese legate alla criminalità organizzata e disincentivano le imprese ad investire nella formazione del personale e nell’innovazione dei servizi di welfare. In altre parole impoveriscono i lavoratori, le imprese e la comunità regionale”.

“Le gare al massimo ribasso sotto qualunque forma - concludono Bernardoni e Di Somma - vanno non solo vietate ma rese invalide”.

“Nei prossimi giorni – concludono Legacoopsociali e Federsolidarietà – apriremo un percorso assolutamente bipartisan con tutte le forze politiche e sociali su una proposta di legge regionale che assicuri il diritto dei cittadini della nostra regione a poter fruire di servizi di qualità ed i diritti dei lavoratori, escludendo la pratica delle gare al massimo ribasso”.

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