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Economia

Acciai Speciali Terni, almeno trecento nuovi posti di lavoro con il ritorno del lamierino magnetico: dove sorgerà il reparto

Sono in corso gli studi tecnici e l’obiettivo iniziale è di produrre 200 mila tonnellate di magnetico a grano non orientato ed orientato

Il lamierino magnetico, oltre all’idrogeno verde, sono le priorità di Acciai Speciali Terni gestione Giovanni Arvedi. Il ritorno al magnetico è stato salutato ed accolto con entusiasmo, è ancora viva la lotta che coinvolse non solo le tute blu di viale Brin ma tutta la regione per evitare la chiusura di ES, Electric Steel. 

Dopo i massicci licenziamenti degli anni ‘50 del secolo scorso, la società Terni, per rilanciare le produzioni e l’occupazione scelse gli acciai speciali, tra cui il magnetico, e nel 1960, con l’Armco Steel Corporation, stipulò la joint venture. Il lamierino era strategico, la società Terni copriva la quasi totalità del fabbisogno del Paese. Nel 2004 la decisione dei nuovi proprietari, la ThyssenKrupp, di cessare le produzioni. In 30 mila sfilarono per le vie del centro, quando la testa del corteo arrivava a piazza del Popolo, la coda era ancora ferma a viale Brin, davanti alla mensa aziendale.

Lotta dura, tensione, blocchi stradali e autostradali, due operai nel mese di febbraio del 2005 salirono su una torre a settanta metri da terra, sfidando vento gelido e nevischio. Smantellati gli impianti, l’area è oggi occupata da Pix2, Arvedi ha individuato la nuova area sempre all’interno dello stabilimento. Il reparto sarà realizzato parallelo all’officina meccanica, davanti all’ex fonderia, e dovranno essere demoliti, tra l’altro, il palazzo dell’ex scuola di formazione, ubicata in fondo al viale, il fabbricato dei modelli di legno utilizzati per la fonderia e getti acciaio.

L’area complessiva è di circa 50 mila metri quadrati, l’equivalente a circa sette campi regolari di calcio a undici. Sono in corso gli studi tecnici e l’obiettivo iniziale è di produrre 200 mila tonnellate di magnetico a grano non orientato ed orientato, ma sulla spinta della produzione delle auto elettriche, il lamierino magnetico potrebbe raggiungere 400 mila tonnellate. Ancora non si conoscono i dettagli del piano industriale ma il ritorno al lamierino potrebbe creare 300-400 nuovi posti di lavoro.

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