rotate-mobile
Economia

Lavoro, assunzioni in crescita in Umbria. Ma per Terni c’è una “beffa”

Sono oltre 15mila gli avviamenti previsti nel trimestre luglio-settembre, ossia 500 in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ma solo 10 in più nel Ternano. L’indagine della Camera di commercio

Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta e Umbria sono le tre regioni italiane in cui, per il periodo luglio-settembre 2022, le imprese segnalano le maggiori difficoltà di assunzione del personale di cui hanno bisogno. Molise, Basilicata, Abruzzo, Sicilia, Puglia e Umbria, invece, le regioni in cui, sempre nel trimestre luglio-settembre 2022, le assunzioni crescono di più rispetto allo stesso trimestre del 2021. A livello di andamento delle assunzioni nei settori va segnalato che, in Italia, si registra un calo di quelle previste nell’industria manifatturiera, un boom nel commercio e, a sorpresa, una flessione consistente nella voce “Servizi di alloggio e ristorazione, Servizi turistici”. Andamenti che presentano varie eccezioni tra le regioni, tra cui l’Umbria, dove invece le assunzioni previste nell’industria manifatturiera aumentano, mentre per quanto riguarda il commercio e i “Servizi di alloggio e ristorazione, Servizi turistici”, la regione segue la tendenza nazionale, con un boom nel primo (molto più marcato rispetto al già rilevante dato nazionale) e un arretramento netto nel secondo.

Il quadro emerge dall’indagine di approfondimento e confronto territoriale elaborata dall’ufficio comunicazione e stampa della Camera di commercio dell’Umbria per tutte le regioni italiane, con uno specifico focus sull’Umbria.

Il Trentino Alto Adige è la regione italiana in cui si manifesta maggiormente la difficoltà delle imprese a trovare il personale richiesto. Le imprese di questa regione, infatti, segnalano che hanno difficoltà a reperire il 51,3% del personale di cui hanno bisogno, rispetto al 40,3% della media nazionale. Seguono la Valle d’Aosta (50,7%) e l’Umbria, dove le imprese non riescono a reperire il 47,4% dei dipendenti e collaboratori di cui necessitano. Percentuali particolarmente elevate anche in Veneto (46,5%), Friuli Venezia Giulia (46,5%) ed Emilia Romagna (46,2%).

Le regioni che invece presentano le percentuali più basse sono Puglia (è di difficile reperimento il 31,7% delle persone che le imprese intendono assumere nel trimestre luglio-settembre 2022), Campania (33,7%) e Sicilia (34,7%).

Le assunzioni previste nel trimestre luglio-settembre in Italia sono in leggero calo (-0,1%) rispetto allo stesso trimestre 2021 (1.278.810 avviamenti contro i precedenti 1.280.460, -1.650 entrate al lavoro). A livello regionale, ad aumentare di più gli ingressi al lavoro sono Molise (+17%), Basilicata (+7,8%), Abruzzo (+7,1%), Sicilia (+6,3%) e Umbria (+3,5%), che presenta la migliore crescita tra le regioni del centro. Con il segno meno, invece, Valle d’Aosta (-11,8%), Lazio (-8%), Friuli Venezia Giulia (-3,5%). Toscana (-3,1%), Emilia Romagna (-1,9%), Liguria (-1,3%), Lombardia (-0,7%), Calabria -0,6% (unica regione del Mezzogiorno ad avere un andamento negativo), Marche (-0,5%).

FOCUS UMBRIA

Nel trimestre luglio-agosto, l’Umbria presenta un andamento migliore della media nazionale: mette a segno +3,5% rispetto allo stesso trimestre 2021 contro il -0,1% del dato italiano. Un dato, quello umbro, che piazza la regione al sesto posto tra le realtà territoriali che evidenziano gli incrementi maggiori. Le imprese indicano di voler procedere a 15.160 avviamenti al lavoro, +510 rispetto a quelli dello stesso trimestre 2021. La regione è ancora tra le cinque che a luglio non scendono quanto ad assunzioni totali. A luglio, infatti, le imprese umbre prevedono di effettuare 5.600 assunzioni, con un leggerissimo incremento (+20) rispetto a luglio 2021.

Il 47,4% delle assunzioni previste dalle aziende umbre sono però considerate “di difficile reperimento” dagli imprenditori. Un dato superiore di 7,1 punti percentuali rispetto alla media nazionale. In pratica, si tratta di ben 7.186 dei 15.160avviamenti indicati per il trimestre. Su questo versante, la situazione è peggiorata rispetto al trimestre luglio-settembre 2021, quando la percentuale degli avviamenti di “difficile reperibilità” era del 40,2%.

L’industria manifatturiera umbra nel trimestre luglio-settembre tiene botta, mentre il settore subisce un colpo a livello nazionale a causa della disarticolazione delle filiere produttive avvenuta con la pandemia e poi accentuatasi con la guerra in Ucraina. Il tutto condito da maxi incrementi delle materie prime (non solo del gas). L’Italia, infatti, nel trimestre perde 17.830 avviamenti al lavoro nel manifatturiero, l’Umbria ne guadagna 40 (poco in sé, ma molto se paragonato al dato italiano). Volano le costruzioni ben più della media nazionale (+49,5% contro il dato nazionale del +35,7%), mentre i servizi registrano una previsione di avviamenti pari a quella dello stesso trimestre 2021 (9.930), mentre il dato nazionale segna un arretramento (-1,5%).

Molto diversificato l’andamento all’interno del comparto servizi. Basti dire che il commercio registra in Umbria un vero e proprio boom (+77,7%, che significa in concreto 2.950 nuovi avviamenti, rispetto al già elevato +35,7% dell’Italia), contro i 1.660 avviamenti registrati in Umbria nel trimestre luglio-settembre 2021. Ma la voce “Servizi di alloggio e ristorazione, Servizi turistici” presenta nel trimestre, sempre rispetto allo stesso periodo 2021, un arretramento di avviamenti del 16%, che comunque è più basso del -17,6% del dato medio nazionale.

Un dato che sorprende e che si può spiegare con il fatto che, nel mese “forte” per i servizi turistici, quello di agosto, in Umbria e in tutta Italia nel 2021 c’era stato un picco di turismo che aveva superato i risultati del 2019 , mentre ora le previsioni (con il Covid che ha rialzato la testa, l’inflazione sopra l’8% e anche a causa dell’eco dei disservizi aerei) pur essendo buone, appaiono più prudenti e gli imprenditori del settore prima di procedere a nuovi ingressi al lavoro attendono di vedere come evolverà la situazione delle prenotazioni e delle disdette. Numeri, quindi, che se alcuni timori dovessero essere fugati (soprattutto l’andamento del Covid) potrebbero nella realtà essere rivisti al rialzo.

L’incremento delle assunzioni previste in Umbria nel trimestre luglio-settembre 2022 (rispetto allo stesso trimestre 2021) si concentra quasi esclusivamente in provincia di Perugia. Dell’aumento di 510 entrate al lavoro in Umbria, infatti, 500 sono appannaggio della provincia di Perugia e solo 10 di quella di Terni. In provincia di Perugia la crescita delle assunzioni previste nel trimestre è del 4,4% (da 11.480 a 11.980), mentre in provincia di Terni la crescita è minimale, +0,3% (da 3.180 a 3.190).

A luglio 2022 nel 21% dei casi le entrate previste sono stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 79% sono a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita); si concentrano per il 66% nel settore dei servizi e per il 67% nelle imprese con meno di 50 dipendenti; il 15% è destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota inferiore alla media nazionale (17%). Gli avviamenti per una quota pari al 31% interessano giovani con meno di 30 anni (32% il dato nazionale) e l’11% (meno del dato italiano del 13%) delle entrate previste è destinato a personale laureato.

LA DICHIARAZIONE

Il presidente della Camera di commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni, spiega che “il quadro che offre il sistema informativo Excelsior sulle assunzioni previste dalle imprese sia nel trimestre luglio-settembre 2022, sia per lo specifico mese di luglio, per l’Umbria è buono, migliore della situazione nazionale. Si aggrava tuttavia il problema della difficoltà delle imprese umbre di reperire personale: ormai, con il rilevante aumento di ben 7,1 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre 2021, quasi un avviamento al lavoro su due è di ‘difficile reperibilità’. Il dato dell’Umbria, terza regione italiana per incidenza di questo fenomeno, preoccupa perché potrebbe pesare non poco sulla crescita. Una questione che, come ho detto più volte, va attenzionata e affrontata con misure immediate (come il taglio del cuneo fiscale sulle retribuzioni) e di medio e lungo periodo (come la messa a punto del sistema dell’istruzione e della formazione per renderlo più aderente alle necessità dell’economia). Sul forte calo, rispetto allo stesso trimestre 2021, degli avviamenti al lavoro nel settore turistico, che a prima vista appare anomalo perché il turismo in Umbria e in Italia sta andando bene, il fenomeno si spiega con vari fattori: intanto lo scorso anno il mese di agosto – cruciale per il bilancio turistico estivo - fu da record, mentre quest’anno si profila al momento un buon mese, ma non eccezionale come quello del 2021, sia per i timori legati alla recrudescenza del Covid, sia perché una parte delle famiglie, colpite dall’inflazione, magari taglia i giorni di vacanza che avrebbe voluto fare, sia infine per un certo timore sui disservizi aerei. Davanti a uno scenario incerto, le imprese prima di procedere ad avviamenti al lavoro attendono e da qui la flessione robusta rispetto allo scorso anno. Ma se, come sembra, la recrudescenza del Covid dovesse scemare dai prossimi giorni, i risultati dell’Excelsior per gli avviamenti al lavoro nel settore turistico potrebbero essere rivisti al rialzo”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Lavoro, assunzioni in crescita in Umbria. Ma per Terni c’è una “beffa”

TerniToday è in caricamento