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Occasioni di lavoro, 15mila assunzioni da aprile a giugno: turismo e commercio i settori che “tirano”

I dati del sistema informativo Excelsior. Umbria in difficoltà rispetto alla media nazionale: solo un contratto su quattro sarà a tempo indeterminato e un’impresa su due fatica a trovare le figure richieste

Le imprese umbre dell’industria e dei servizi, sia ad aprile 2022 che nel trimestre aprile-giugno, aumenteranno gli occupati rispetto agli analoghi periodi del 2021, ma meno della media nazionale e, alla fine del trimestre, la regione sarà tra le sette realtà italiane che non avrà ancora raggiunto il ritmo delle entrate al lavoro pre-pandemia del 2019.

Emerge dall’approfondimento dei dati del sistema informativo Excelsior relativi alle previsioni di entrate al lavoro nel mese di aprile e nel trimestre aprile-giugno per quanto riguarda le imprese industriali e dei servizi di tutte le regioni. I dati del Sistema Informativo Excelsior si basano su un ampio e continuo monitoraggio del sistema imprenditoriale: ben 110mila le aziende coinvolte, che esprimono le proprie previsioni sulle chiamate al lavoro che prevedono di effettuare nei mesi successivi.

Ad assumere in Umbria è l’11% delle imprese, in linea con la media nazionale. Quanto ai giovani fino a 30 anni, rappresentano una quota del 29% delle chiamate al lavoro. I laureati ad aprile rappresentano nella regione il 10,4% degli assunti confermando il dato storico che vede l’Umbria, in termini di entrate al lavoro dei laureati, stare sotto il dato nazionale (14,6%) di circa un terzo (ma un recupero c’è stato, dato che venti anni fa le entrate al lavoro dei laureati, in percentuale sul totale delle assunzioni, erano in Umbria la metà della media italiana). Nel Centro, su questo fronte, brilla solo il Lazio (20,6%) mentre la Toscana è poco sopra (10,8%) l’Umbria, con le Marche che chiudono la graduatoria (10,3%).

Le imprese, inoltre, segnalano ancora una volta forti difficoltà a trovare le figure professionali richieste: ad aprile, infatti, il 48% delle aziende umbre evidenzia questa difficoltà. Un dato che è superiore alla media nazionale (40%).

Venendo ai numeri, ad aprile in Umbria le aziende di industria e servizi, in base alle previsioni fatte a marzo, chiamano al lavoro 4.260 persone, 640 in più di quelle effettuate ad aprile 2021, con un incremento del 17%, inferiore alla media nazionale (+20,3%) ma vicino a quella del Centro (+18%). Crescite attese, visto che nell’aprile 2021 l’impatto della pandemia da Covid19 era decisamente superiore a quello attuale e che la ripresa economica, sia nel secondo semestre 2021 che nel primo trimestre 2022, è stata robusta.

L’Umbria, però, stando al quadro delle previsioni fornite da Excelsior, se si guarda al trimestre aprile-giugno allargherà considerevolmente il divario sia con la media nazionale sia, in misura ancora maggiore, con il Centro. Nel trimestre, infatti, le imprese dell’Umbria assumeranno 15mila persone, +3.020 rispetto allo stesso trimestre 2021, con un aumento del 24,7%, contro il +40,3% della media italiana e il +38,6% del Centro. Un trimestre, quindi, che non permetterà all’Umbria di riguadagnare il trend di crescita delle chiamate al lavoro del 2019: la regione, facendo il confronto con lo stesso trimestre pre-pandemia, accusa infatti -6,2% rispetto al 2019, contro il +3,5% della media italiana e +0,5% del Centro. Le regioni che nel trimestre appaiono ancora sotto i dati 2019 sono, oltre all’Umbria, Friuli Venezia Giulia (-7,5%), Basilicata (-5,6%), Lazio (-0,5%), Molise (-0,4%), Piemonte e Lombardia (entrambe -0,2%).

In quali settori ci sono più chiamate

Da segnalare, nella miniera di dati che l’Excelsior offre, che in termini numerici nel trimestre aprile-giugno le maggiori opportunità vengono indicate nel settore servizi di alloggio e ristorazione, servizi turistici (980 chiamate al lavoro), commercio (580 chiamate), servizi alle persone (470), costruzioni (360) e servizi di supporto alle imprese e alle persone (330).

Le assunzioni previste saranno stabili nel 25% dei casi, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 75% dei casi saranno a termine. Si concentreranno per il 67% nel settore dei servizi e per il 72% nelle imprese con meno di 50 dipendenti. Il 15% sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota inferiore al dato medo nazionale (20%).

“Gli ultimi dati del sistema informativo Excelsior - afferma il presidente della Camera di commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni – ci consegnano un quadro di ripresa post-pandemia, insieme a nodi strutturali che la regione si porta dietro da anni. La ripresa occupazionale si potrà ulteriormente irrobustire, e produrre uno slancio occupazionale di maggiore quantità e qualità, se le misure espansive messe in campo a livello europeo, nazionale e regionale produrranno quell’aumento di produttività che è la chiave della crescita, generando più investimenti aziendali innovativi, più spinta a crescere, più buona occupazione”.

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