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Economia Narni

“Leolandia, un progetto a cui non possiamo rinunciare”, la Regione spinge per il parco di Narni

Investimento da 36 milioni per oltre 250 nuovi posti di lavoro, il dibattito durante il question time del consiglio regionale. Fioroni: ci crediamo fortemente e non vogliamo che sfugga al territorio

Leolandia non è un gioco. Anzi, per il territorio di Narni, per il Ternano e per l’Umbria intera è una scommessa che vale 36 milioni di euro, oltre 250 nuovi posti di lavoro e un pezzo importante nel futuro economico della regione.

Del progetto, nato nel 2018 e poi bloccato dall’emergenza Covid, si è parlato questa mattina nella parte dedicata alle interrogazioni a risposta immediata (Question time) della seduta del consiglio regionale, con il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Thomas De Luca, che ha chiesto all’assessore Michele Fioroni “quali sono le informazioni in possesso della giunta regionale circa lo stato d’attuazione del progetto Leolandia in Umbria e le reali prospettive e tempistiche di realizzazione dell’opera, e se la Regione intende convocare urgentemente un tavolo istituzionale con gli investitori, senza rinviare ulteriormente l’assunzione della governance, utile a procedere alla cogente proroga dell’efficacia dell’accordo o ad una sua revisione totale o parziale, onde evitare la perdita dei benefici e delle agevolazioni ottenute per la realizzazione dell’opera”.

Illustrando l’atto, De Luca ha spiegato che “il progetto di un grande parco divertimenti tematico per bambini nel comune di Narni è al centro del dibattito pubblico da tempo con varie proposte che si sono concretizzate nel luglio 2018 con la società Leolandia Umbria che ha chiesto la sottoscrizione di un accordo di programma. Il parco si svilupperà a San Liberato per circa 65mila metri quadrati, con 5 aree dedicate a temi cari al territorio umbro, che ne esalteranno i valori e le potenzialità. Il progetto prevede 250 nuovi posti di lavoro, oltre all’indotto. Nel marzo 2018 è stato sottoscritto un accordo di programma tra il Mise, la Regione Umbria e Invitalia in cui le parti si propongono di sostenere il programma di sviluppo industriale che la società Leolandia intendeva realizzare nel periodo 2019-2020. Nel febbraio 2020 il progetto ha ricevuto il via libera al finanziamento da parte di Invitalia per la realizzazione del parco. Con questo atto sarebbe dovuto partire ufficialmente il processo per la realizzazione del parco. Il progetto umbro, del valore di 36 milioni, verrà finanziato con circa 24 milioni di agevolazioni complessive. La giunta, ad ottobre 2018, si è detta disponibile a cofinanziare il progetto, con un impegno finanziario del 5 per cento del contributo a fondo perduto riconosciuto. Mentre nell’aprile 2019 la Regione ha previsto lo stanziamento di 343mila euro. Con l’arrivo della pandemia si è entrati in una fase di stallo e le fasi di attuazione dell’accordo di programma sono rimaste congelate. È dunque necessario procedere urgentemente ad una proroga dell’efficacia dell’accordo sottoscritto o di procedere ad un rinnovo in tutto o in parte per non far decadere i termini, entro il 2022, che stabilisce i benefici e le agevolazioni per la realizzazione dell’opera”.

L’assessore Fioroni ha risposto che “il progetto Leolandia, anche progetto di riqualificazione territoriale, come tante altre attività economiche è stato fermato dal Covid. Oltre alla sottoscrizione dello stesso, la Regione ha previsto anche l’attivazione di strumenti di ingegneria finanziaria tramite Gepafin a supporto dei piani di sviluppo, un progetto dunque fin da subito giudicato importante. C’è interlocuzione continua con Invitalia, tramite Gepafin con 1 milione e mezzo di partecipazione al capitale di Invitalia, agire con mezzi propri per cercare di favorire una serie di precondizioni finanziarie per la realizzazione del parco, partecipazione condizionata al reperimento di altri 8 milioni di euro e con finanziamenti bancari. Purtroppo la concessione definitiva ha coinciso con la dichiarazione dello stato di emergenza, quindi si è andati avanti con una proroga di sei mesi poi di altri sei mesi e i soggetti investitori stanno valutando se rivedere il modello di business plan, adeguandolo alle nuove esigenze, a partire dai protocolli di sicurezza. C’è stata anche l’audizione nella commissione del Senato cui ha preso parte anche la Regione, a Terni, per l’area crisi complessa, e rinnoviamo la nostra ferma convinzione di mettere a disposizione degli investitori tutti gli strumenti finanziari utili, confermando quindi gli impegni assunti a supporto di un progetto in cui crediamo fortemente e che non vogliamo sfugga al territorio. Va da sé che la revisione da parte dei soggetti investitori è nella logica dei fatti, ma ribadiamo che siamo attenti e che l’interlocuzione con il ministero è continua. Sicuramente arriveremo a una ulteriore proroga, per un progetto a cui non possiamo rinunciare”.

Nella replica conclusiva, De Luca ha giudicato la risposta ricevuta “coerente con la visione dell’economia dell’assessore di lasciare libero il mercato, ma c’è necessità che lei nella sua agenda metta questo progetto ai primi posti e assuma su di sé la governance. Va bene la post pandemia, ma la giunta diventi protagonista, non si limiti a mettere a disposizione gli strumenti, convochi attorno a un tavolo specifico tutti i soggetti interessati, investitori, sindaci, per vedere anche gli aspetti legati alle infrastrutture, ribadire che la Regione ritiene questo progetto prioritario, dovrebbe farlo la stessa presidente Tesei in prima persona, dato che il progetto non riguarda solo il sud dell’Umbria, ma ha capacità di attrarre da tutta l’Umbria, quindi va messo in cima all’agenda”.

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