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Economia Borgo Rivo

Dopo 117 anni e quattro generazioni “Lu Ciarcio” è in vendita: “Serve un nuovo inizio”

Claudio e Matteo Natalini, ultimi proprietari dell’omonimo storico bar, raccontano la decisione di vendere e i tanti aneddoti che hanno caratterizzato l’attività di famiglia avviata nel 1905: dalla mega porchetta “rossoverde” ai recenti cambiamenti

La prima licenza nel 1905, una storia cittadina fatta di lavoro, passione e anche socialità, un soprannome rimasto impresso in almeno due generazioni di ternani: il bar Natalini, a Borgo Rivo, storicamente “Lu Ciarcio”. Dopo oltre un secolo di attività, caratterizzato sempre dalla stessa gestione, tranne che per un breve periodo in epoca recente, la famiglia di proprietari cerca un nuovo proprietario, che voglia continuare a far vivere un esercizio ultracentenario in una piazza moderna.

Situato per oltre un secolo lungo la via principale di Borgo Rivo, prima del curvone, in prossimità dell’allora Pubblica Assistenza, costruita nel 1924 e della chiesa di Santa Maria del Rivo, ha rappresentato per un lungo periodo, almeno fino allo sviluppo edilizio di Borgo Rivo, uno dei punti di riferimento della zona, cui la comunità locale, e non solo, faceva riferimento sia per gli acquisti dei generi alimentari e prodotti vari sia per trascorrere piacevoli momenti di socialità.

Claudio Natalini, proprietario dell'attività insieme al fratello Matteo, rappresenta la quarta generazione in famiglia che porta avanti l'impresa. “Qualcuno mi chiama ancora Lu Ciarcetto”, scherza Claudio, facendo riferimento al soprannome dato al nonno Alfiero perché portava spesso il grembiule da lavoro “non proprio lindo e pinto”. “Ho passato tutta la mia infanzia nel bar dei nonni, a giocare ma anche ad aiutare e servire i clienti: la mia vita era lì dentro, al punto che al bar scartavo anche i regali di Natale”. Insieme al fratello Matteo, Claudio ha vissuto in prima persona il cambio della sede del bar che nel 2009 ha spostato la sua attività poco distante, nella nuova piazza della Meridiana.

Ripercorrendo la storia di famiglia, Claudio racconta che l’attività fu avviata nel 1905 dal bisnonno Tobia, che dopo aver lavorato in gioventù alle Acciaierie, decise di impegnarsi nel commercio aprendo l’attività in quello stesso edificio prima della curva, in cui poi funzionò il bar per oltre un secolo. Nei primi anni il locale si configurò soprattutto come una bettola, dove gli avventori potevano gustare buon vino e trascorrere momenti di convivialità, riparandosi anche all’ombra di un caratteristico pergolato antistante il locale. Questo importante ruolo di aggregazione era favorito anche dalla mancanza nel territorio di uno spazio pubblico ben definito. “Si faceva di tutto: si impastava il pane, si macinava l’oliva, si macellava e vendeva la carne, il vino e tutto quello che serviva per la quotidianità”, ricorda Claudio. “Con il passare degli anni, infatti, l’attività fu incrementata affiancando alla bettola, poi bar, altri esercizi commerciali per la vendita di generi alimentari e dal 1953 tabacchi e benzina, che contribuirono a connotare l’attività quasi come un emporio. Vi si trovava anche l'impensabile”.

“Dalla testimonianza di una persona incontrata qualche giorno fa - racconta - sono, per esempio, venuto a conoscenza che in quegli anni ebbe un incidente con il camion e perse il telo che lo ricopriva. Disperato, chiese aiuto a mio nonno, che riuscì a procurargli un telo di quasi dieci metri”. Un grande lavoro, che non conosceva chiusure per malattia o ferie, neanche a Pasqua e Natale, con orari prolungati, portato avanti anche durante la guerra, quando a Tobia subentrarono nella conduzione commerciale i figli Alfiero ed Elso.

In quella fase “Lu Ciarcio” era diventato un vero punto di riferimento per la città e le campagne limitrofe, nonostante le enormi difficoltà legate al particolare momento storico che costrinse i due fratelli anche a trasferire per qualche tempo l’esercizio di vendita di alcuni prodotti primari in una sorta di negozio all’aperto a Piedimonte. Negli anni ‘70 si affiancarono ad Alfiero ed Elso i figli del primo, Floriano ed Aurelio, che rappresentano la terza generazione. Durante questo periodo si è sempre più rafforzato il ruolo del bar come punto d'incontro, di aggregazione e di condivisione.

Come non ricordare i festeggiamenti della promozione in serie A della Ternana che vide riunita la borgata intorno ad una gigantesca porchetta, nel piazzale antistante il bar, tra un tripudio di bandiere rossoverdi e immensa allegria. Sempre in quegli anni iniziò a funzionare nei locali interrati del bar, la taverna “Lu Riacciu”, in cui il gruppo maggiaiolo della borgata preparava ciriole e penne, gustate tra canti e balli.

Gli anni più recenti della storia dell’attività sono quelli che vedono Claudio nella conduzione del bar e Matteo operante nella tabaccheria, anch’essa una delle più antiche della città, e anche quelli del trasferimento nella nuova sede della Piazza della Meridiana. La diversificazione dei locali interni del bar, adibiti oltre che alla consumazione al bancone, a sala da the, a sala polivalente per festeggiamenti, al gioco del biliardo, nonché uno spazio dedicato in piazza, permettono di soddisfare diverse esigenze di pubblico.

Claudio e Matteo si sono impegnati in prima persona nel continuare l’attività dell’azienda familiare, accrescendo i servizi offerti: hanno prodotto gelato e dolci artigianali, primi piatti, pizza e organizzato iniziative allietate da gruppi musicali che nel periodo estivo, animavano anche la piazza. Oggi Claudio, impegnato in città anche con una startup incentrata sulla rivalorizzazione della filiera della cannabis sativa intende dedicarsi completamente a questo progetto già intrapreso in parallelo al bar.

Da qui la decisione di lasciare il testimone, tramite la gestione conto vendita, a chi voglia dare nuovo impulso ad un’attività con una importante storia alle spalle e molte potenzialità da mettere in atto.

Dal 1905 al 2022: 117 anni di storia oggi pronti ad una nuova svolta.

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