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“Materassi” gonfi ma poco sviluppo: ecco i comuni in cui il risparmio non genera investimenti

Il rapporto di Mediacom043 stila la classifica delle città in Umbria in cui i depositi superano gli investimenti: il “caso” di Orvieto e il primato di Terni rispetto a Perugia

“L’ampio risalto e i numerosi interventi che sui media e nelle sedi istituzionali hanno fatto seguito alla divulgazione del rapporto Mediacom043 sui depositi bancari (totali e per abitante) in ciascun comune umbro ci hanno spinto a portare un ulteriore contributo andando ad analizzare, mettendoli a confronto per ogni comune, i dati – forniti dalla Banca d’Italia – dei depositi bancari con quelli dei prestiti bancari (impieghi)”.

Dopo avere analizzato la situazione relativa ai depositi bancari di famiglie e imprese in Umbria, l’agenzia di stampa diretta da Giuseppe Castellini mette sotto la lente un nuovo aspetto legato ai depositi bancari: se queste risorse siano “oziose”, ossia improduttive, oppure se – al contrario – vadano ad incentivare lo sviluppo economico e sociale delle realtà a cui fanno riferimento.

“Per capirsi – spiegano da Mediacom - facciamo un esempio concreto partendo dal fatto che Orvieto è il comune umbro con i depositi bancari più alti per abitante (in media 26mila 273 euro per abitante, neonati e ultracentenari compresi, ben l’83,9% in più rispetto al dato medio regionale dell’Umbria). Allora, significa che Orvieto economicamente scoppia di salute? E perché invece, da anni, in città c’è una forte insoddisfazione sui livelli dell’attività economica?”.

“Orvieto – rileva Mediacom - è infatti il comune umbro con il livello dei depositi bancari più elevato, ma anche tra i tre comuni della regione in cui è maggiore la differenza tra impieghi e depositi bancari, con i primi che sono solo il 73,8% dei depositi (nella media regionale umbra, invece, gli impieghi superano i depositi bancari del 4,7%). In altre parole, ad Orvieto c’è una bella fetta di risparmio che non si trasforma in prestiti, che non alimenta l’attività economica, ma che resta ‘ozioso’. C’è, in altri termini, un eccesso di risparmio - almeno di quello ad elevata liquidità rappresentato dai depositi bancari, in primis conti correnti - rispetto ai livelli di attività economica. Basti dire che, in valore assoluto, ad Orvieto gli impieghi bancari superano i depositi bancari di quasi 140 milioni di euro l’anno (facendo riferimento all’anno 2019)”.

I dati

Di Orvieto si è già detto. Ma questo comune non è l’ultimo (tra quelli in cui operano più di tre sportelli bancari, in quanto quelli sotto tale soglia vengono inseriti indistintamente da Bankitalia nella voce ‘Comuni riservati’) in termini di percentuale degli impieghi bancari sui depositi, configurando come detto denaro ‘ozioso’ che non si trasforma in investimento, crescita e benessere socio-economico. La palma di fanalino di coda spetta infatti a Magione, dove gli impieghi rappresentano appena il 44,7% dei depositi bancari (fatto 100 l’indice dei depositi, quello degli impeghi è appunto 44,7), il che significa che il ‘risparmio ozioso’ a Magione supera gli impieghi bancari di ben 150,35 milioni di euro nel solo 2019.

Il quintetto dei comuni umbri – sempre tra quelli che contano la presenza di oltre tre sportelli bancari – con i livelli di impieghi più bassi rispetto ai depositi bancari si completa con Spello (indice 63,1, con i depositi che superano gli impieghi di ben 150,35 milioni di euro nel solo 2019), Fabro (indice 75,2, la differenza tra depositi e impieghi in questo comune è di 12,2 milioni di euro) e San Giustino (indice 77,5).

Da rilevare che il risparmio ‘ozioso’ supera gli impieghi bancari in 17 dei 31 comuni umbri con la presenza di più di tre sportelli bancari e che, nei restanti 61 comuni che hanno invece fino a tre sportelli bancari - come detto raggruppati nella voce ‘comuni riservati’ - la media degli impieghi sui depositi si ferma al 78,4%, quindi un livello assai basso.

Tra i comuni umbri sopra i 10mila abitanti, i depositi bancari superano gli impeghi a Magione, Orvieto, Castiglione del Lago (qui, fatto 100 il livello dei depositi, l’indice degli impieghi è 78,4, con i primi che superano i secondi di 44,8 milioni di euro), Gualdo Tadino (indice 84,4, 18,5 milioni di euro), Corciano (indice 89,5, 23,3 milioni), Amelia (indice 89,8, 8,7 milioni), Gubbio (indice 91,4, 29 milioni) , Spoleto (indice 98,2, 10,4 milioni) e, seppure di poco, anche Assisi (indice 98,6, 3,8 milioni di euro).

Ma a livello regionale, come detto, la situazione si inverte grazie ai 14 comuni in cui gli impieghi superano i depositi, dimostrando capacità attrattiva di risorse per finanziare le attività economiche di imprese e famiglie, tanto che il dato complessivo umbro vede gli impieghi superare del 4,7% i depositi, con un saldo positivo che nel solo 2019 è pari a 580,4 milioni di euro.

Il quintetto dei comuni dove gli impieghi superano i depositi - e quindi dove gli impieghi superano il risparmio locale a breve - sono Bastia Umbria (fatti 100 i depositi, i depositi sono 152,1, pari a 185,6 milioni di euro in più nel solo 2019), Foligno (indice 139,8, +299,6 milioni di euro), Città di Castello (indice 122,8, +143,4 milioni), Giano dell’Umbria (indice 120,4, pari a +13,4 milioni) e Todi (indice 119,6 milioni, +43,1 milioni di euro).

Tra i comuni umbri con più di 10mila abitanti gli impieghi superano i depositi bancari anche a Terni (indice 113, +196 milioni), Narni (indice 109,2, +14,7 milioni), Perugia (indice 108,4, +338,1 milioni di euro) e Umbertide (indice 107,6, +14,2 milioni).

Da rilevare che il comune di Terni si dimostra più attrattivo rispetto a quello di Perugia nell’utilizzare più risparmio esterno al comune per finanziarie gli impieghi bancari a favore di famiglie e imprese, mentre a livello provinciale avviene l’inverso: in provincia di Perugia, fatti 100 i depositi bancari, gli impieghi ammontano a 106,4 mentre nella provincia di Terni il dato si ferma a 98,2.

L’analisi

“Il perché di questa situazione (invecchiamento della popolazione superiore alla media, con tutto ciò che questo comporta sia sul fronte dell’aumento dei depositi bancari che dell’attività economica, carenza di iniziative di sviluppo che possano mobilitare questo risparmio ‘ozioso’ e così via) non è oggetto di questo rapporto – spiega Mediacom - e lo lasciamo al dibattito in corso, come anche le proposte concrete che sono venute avanti dopo l’uscita dei dati. Quello che segnaliamo è, tuttavia, che il futuro benessere socio-economico di un territorio non sta nel livello elevato dei depositi bancari (risparmio ‘ozioso’ in termini di impatto sull’economia), ma sta nella crescita e nella robustezza delle attività economiche, nella sua capacità attrattiva. Se i redditi attesi per il futuro sono bassi, nel medio-lungo periodo anche i livelli di ricchezza finanziaria (liquida e meno liquida) sono destinati a scendere”.

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