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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Turismo, l'Umbria in marcia verso i livelli pre covid: meno di due operatori su dieci hanno ottenuto utili

Il presidente della Camera di Commercio Giorgio Mencaroni: "Molti giovani che prima erano attivi nel settore hanno cambiato lavoro ed è ora difficile riempire questi vuoti”

Il turismo umbro, nel 2021, cresce oltre la media nazionale e anche per il 2022 i segnali sono positivi. Cresce la spesa pro capite dei turisti ma le aziende, per il 60%, denunciano perdite nel 2021, utili solo per il 20%. È quanto emerge dal report di Isnart per la Camera di Commercio dell’Umbria. “Dal report emerge un quadro di grande interesse e approfondito della filiera completa del turismo in Umbria, dalla consistenza, alle caratteristiche, alle tipologie, all’andamento complessivo con gli opportuni confronti, ai problemi in essere e così via” sostiene il presidente della Camera di Commercio, Giorgio Mencaroni.

“Un quadro complesso, che cade nel momento in cui il settore turistico affronta problemi importanti, determinate da tutta una serie di fattori ben illustrati nel Report. Intanto l’aumento dei costi, una serie di problematiche legate alla gestione delle prenotazioni a fronte di possibili disdette causa Covid-19, oltre alle politiche aggressive di prezzo da parte delle piattaforme di prenotazione e acquisto, hanno determinato nel 2021, per le imprese ricettive della regione, un calo di ricavi e utili nonostante l’aumento delle presenze turistiche. Segnalo inoltre le crescenti difficoltà a reperire personale idoneo. Con il lockdown e le restrizioni delle strutture ricettive, e più in generale turistiche, molti giovani che prima erano attivi nel settore hanno infatti cambiato lavoro ed è ora difficile riempire questi vuoti. Comunque rimaniamo ottimisti sulle prospettive del turismo umbro, in linea con quanto emerge dal Report, anche grazie alla spinta promozionale della regione messa in atto”.

Il turismo umbro, reduce da un 2021 di crescita superiore alla media nazionale sia in termini di presenze che di arrivi, sta proseguendo nel 2022 la sua marcia di avvicinamento verso i livelli pre-covid del 2019 (marcia nella quale l’Umbria appare decisamente avanti rispetto alla media nazionale), segnando tra l’altro un aumento da 41,7 a 70,6 euro della la spesa media giornaliera pro capite dei turisti, il che riflette una domanda turistica in grado di premiare una buona offerta, dimostrandosi aperta anche a pagare di più per un prodotto/servizio di qualità.

Tuttavia, complici i forti aumenti dei costi subiti dagli operatori a partire dalla seconda metà del 2021, derivanti dalla gestione delle spese resa difficoltosa dal Covid-19, che ha obbligato le imprese del settore a destinare parte del bilancio per nuove spese impreviste (ad esempio la messa in sicurezza delle camere a livello igienico-sanitario), e anche a causa dei maggiori esborsi sostenuti per effetto dei maxi rincari delle materie prime, che ha impattato fortemente su tutta la filiera dei costi, oltre alla difficoltà della gestione delle prenotazioni a fronte di possibili disdette causa Covid-19, coniugate a una aggressività di prezzo da parte delle piattaforme di prenotazione, il 60% degli operatori ricettivi umbri, secondo le prime anticipazioni raccolte sul campo,  ha registrato perdite – più del 54% del dato italiano – con meno di 2 operatori su 10 che hanno invece ottenuto utili.

Non solo, ma complici le difficoltà legate alla gestione delle prenotazioni a fronte di possibili disdette causa Covid-19, oltre alle politiche aggressive di prezzo da parte delle piatteforme di prenotazione e acquisto, nonostante l’aumento di arrivi e presenze turistiche hanno determinato per le imprese ricettive della regione un calo dei ricavi 2021 del 17,7% rispetto all’anno precedente. Quanto alla multistagionalità, arrivano segnali incoraggianti che aprono interessanti opportunità per la regione.

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