Mutui e finanziamenti con tassi alle stelle, i ternani non ce la fanno a pagare: oltre 55 milioni di rate “inevase”
Superano quota 220 milioni di euro i finanziamenti che gli umbri non riescono ad onorare. La Federazione autonoma bancari italiani: “Gli elementi per fare scattare un allarme rosso ci sono tutti anche in ragione delle prospettive di ulteriori aumenti dei tassi di riferimento della Bce”
I tassi di mutui e finanziamenti schizzano alle stelle e i ternani non arrivano a pagare. Ma neanche gli umbri, visto che il monte di rate che i cittadini del cuore verde d’Italia non riescono ad onorare tocca quota 226 milioni di euro. Una diretta conseguenza “del repentino aumento dei tassi Bce e dei loro conseguenti effetti sulle condizioni dei finanziamenti stipulati da privati e imprese”, dice in una nota la Fabi, Federazione autonoma bancari italiani, commentando l’ultima ricerca che il sindacato ha realizzato “sui dati Banca d’Italia”.
“Di questa ingente somma – spiega la Fabi - 102 milioni sono costituiti da mutui, 52 milioni sono crediti al consumo e 72 di altri prestiti. Dati che, se spalmati sulla popolazione regionale, fanno circa 265 euro di prestiti ammalorati pro-capite neonati compresi”.
“Se analizziamo il dato su base provinciale, scopriamo che la provincia di Terni valorizza per ognuno dei suoi 216.500 residenti un valore di 257 euro a testa di debiti inevasi mentre quella di Perugia con i suoi 638mila abitanti ha un debito inevaso pro-capite di 267 euro”. Per la provincia di Terni, il totale dei debiti “ammalorati” raggiunte una quota complessiva che supera i 55 milioni di euro.
“Se raffrontiamo tale dato con quello di altre regioni e con quello nazionale – spiega la Fabi - scopriamo che l’Umbria soffre in modo sensibilmente superiore alla media nazionale pari a 254 euro pro-capite e focalizza gran parte delle sue inadempienze sul fronte dei muti che per loro natura vengono contratti non per motivi voluttuari ma per fare fronte a esigenze primarie su tutte quelle abitative”.
“Come Fabi dell’Umbria da tempo abbiamo constatato e informato la pubblica opinione che le imprese e i cittadini umbri scontano per caratteristiche strutturali e desertificazione delle banche presenti in Regione condizioni creditizi peggiori sia di quelle medie nazionali sia di quelle delle regioni limitrofe”.
“Gli elementi per fare scattare un allarme rosso a nostro giudizio ci sono tutti anche in ragione delle prospettive di ulteriori aumenti dei tassi di riferimento BCE che, come noto, per bocca dei suoi vertici sono destinati a futuri sensibili aumenti, con le inevitabili ripercussioni che ciò comporterà”.
La Fabi dell’Umbria torna a “chiedere con forza che si mettano finalmente in campo tutte quelle iniziative dal tavolo regionale del credito fino alla conferenza regionale dell’economia e del lavoro da noi da tempo sollecitate e finora mai raccolte da chi dovrebbe attivarsi a sollievo delle sofferenze di imprese e cittadini dell’Umbria”.