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La guerra mette il “freno” alle assunzioni: ecco per chi c’è spazio nel mondo del lavoro in Umbria

I dati Unioncamere-Arpal-Excelsior: a maggio netto rallentamento degli ingressi nei settori dell’industria, funziona invece il turismo. Solo un contratto su cinque sarà a tempo indeterminato

L’indebolimento della crescita economica nel primo trimestre e le prospettive sempre più incerte per il secondo trimestre a causa della guerra in Ucraina ed alla conseguente crisi energetica e delle altre materie prime mettono il freno, sia in Italia che in misura ancora maggiore in Umbria, alla programmazione delle assunzioni da parte delle imprese di industria e servizi. Si continua, rispetto al 2021, a registrare una crescita delle entrate a lavoro previste dalle imprese non agricole (il 2021 era ancora segnato profondamente dagli effetti della pandemia da Covid19) ma da marzo il tasso di questa crescita si è nettamente ridimensionato, passando per l’Italia dal +47% registrato a febbraio (rispetto allo stesso mese del 2021) a +14% previsto per maggio, mentre per l’Umbria va peggio, scendendo dal +34,4% di febbraio a +5,9% previsto per maggio.

Insomma, la marcia verso il recupero dei livelli di ingressi al lavoro pre-Covid frena bruscamente.

Emerge dai nuovi dati del Sistema Informativo Excelsior – curato da Unioncamere-Anpal - relativi alle previsioni di entrate al lavoro nel mese di maggio per quanto riguarda le imprese industriali e dei servizi.

I dati del Sistema Informativo Excelsior si basano su un ampio e continuo monitoraggio del sistema imprenditoriale: ben 110mila le aziende coinvolte, che esprimono le proprie previsioni sulle chiamate al lavoro che prevedono di effettuare nei mesi successivi.

In Umbria, dopo un picco a gennaio e febbraio (rispettivamente +34% e +34,4% sui rispettivi mesi del 2021), il trend di crescita delle assunzioni è sceso drasticamente a +14,6% a marzo, per risalire un po’ (+18%) ad aprile e calare seccamente a +5,9% previsto per maggio. Un dato quest’ultimo, che è nettamente inferiore a quello, pur non entusiasmante (+14%), della media nazionale.

Sul territorio regionale a maggio sono previste dalle imprese 5.210 assunzioni (nel trimestre maggio-luglio ne sono previste 17.780), contro le 4.920 di maggio 2021 (+290). In Italia a maggio 444mila, contro le 389.610 di maggio 2021 (+54mila 390).

A maggio 2022, rispetto allo stesso mese 2021, forte calo delle assunzioni previste nell’industria e aumento in quelle dei servizi. Stessi trend per il trimestre maggio-luglio

In Umbria le assunzioni previste dalle imprese a maggio 2022 scendono a 1.300, rispetto alle 1.950 di maggio 2021 (-650 ingressi al lavoro), pagando un forte dazio alle incertezze determinate dalla guerra in Ucraina. In crescita invece i servizi (3.900 assunzioni, +930 su maggio 2021). Per quanto riguarda il trimestre maggio-luglio, il calo delle assunzioni nell’industria – sempre rispetto allo stesso trimestre 2021 – si allarga a -1.030, mentre quello dei servizi sale a +3.650, trainato soprattutto dalla ripresa della filiera turistica.

Dal report di Excelsior relativo agli ingressi al lavoro a maggio emergono molti altri dati di notevole interesse, come il fatto che nel 21% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 79% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).

Le assunzioni si concentreranno per il 75% nel settore dei servizi e per il 70% nelle imprese con meno di 50 dipendenti e in 44 casi su 100 le aziende prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati.

Il 16% degli ingressi sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota inferiore alla media nazionale (18%), mentre per una quota pari al 32% interesseranno giovani con meno di 30 anni.

Quanto ai laureati, saranno interessati dal 12% delle assunzioni delle imprese umbre, che per una quota pari al 61% delle entrate chiedono esperienza professionale specifica o nello stesso settore.

Infine, le aziende della regione che prevedono assunzioni sono pari al 12% del totale.

“L’impatto delle prospettive incerte, a causa soprattutto della guerra in Ucraina che tra l’altro ha ulteriormente accentuato i maxi rincari delle materie prime che si erano già manifestati – afferma il presidente della Camera di commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni – impatta in modo molto significativo sui programmi delle imprese umbre, che tuttavia continuano a mantenere il segno più, rispetto al 2021 che era ancora molto segnato dalla pandemia da Covid, in termini di assunzioni. Il mantenimento del segno più, sebbene in netta frenata nelle sue dimensioni, si deve alla crescita degli ingressi al lavoro nei servizi, trainati dal turismo, che dimostra una ritrovata vitalità. Le imprese industriali, invece, si trovano al momento a dover tirare il freno sugli ingressi al lavoro. Un quadro che rischia di ridurre in modo significativo l’impatto economico – e sociale - espansivo del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza”.

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