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“Nessun nuovo centro commerciale a Terni, scommettiamo sui piccoli”

Piano del commercio, l’assessore Federico Cini: “Le cubature per le attività sono quelle previste nel vecchio piano regolatore. Vogliamo rendere il centro della città un punto di riferimento senza trascurare le periferie”

Migliaia di metri quadrati per nuove attività commerciali a Terni? “Le cubature sono quelle previste nel piano regolatore ad oggi in vigore (risale al 2008, ndr). Farne uno nuovo costerebbe un paio di milioni di euro e ci vorrebbe qualche anno. Di certo, c’è che al momento non è previsto nessun nuovo grande centro commerciale a Terni. Vogliamo scommettere sui piccoli”.

A fare chiarezza sui dettagli del piano del commercio preadottato dalla giunta comunale è l’assessore all’urbanistica, Federico Cini, che ribadisce: “Il documento non prevede l’apertura di nessun centro commerciale a ridosso del centro cittadino e neanche in periferia. Abbiamo fatto salvi gli investimenti in essere, ma per le strutture medio grandi e grandi ancora non autorizzate, la scelta spetterà al consiglio comunale”.

Un documento “non definitivo” e che dovrà dunque arricchirsi con i contributi di “sindacati e associazioni di categoria” prima di essere votato e approvato, ma che già fissa alcuni punti chiave, come quella del “riuso” dell’esistente da preferire alla costruzione di nuovi contenitori così da limitare quanto più possibile il “consumo di suolo”, soprattutto per quanto riguarda le aree del centro. “Il commercio può essere un driver potente per il recupero delle strutture esistenti ed oggi non utilizzate”, seguendo la filosofia di fondo che vorrebbe “agevolare chi, anziché costruire, recupera ciò che c’è”. Questo attraverso una serie di strumenti di “premialità” da poter utilizzare una volta superato lo scoglio del dissesto di Palazzo Spada, che “non durerà in eterno”.

Altro elemento attorno a cui il documento di pianificazione si concentra è quello della “saturazione” commerciale della città. “Ci sono delle zone particolarmente critiche, come Borgo Rivo, Borgo Bovio o la Polymer” che scontano difficoltà “infrastrutturali” come la mancanza di parcheggi o una viabilità insufficiente rispetto al volume di traffico che generano. “Ma non sono classificate come sature perché altrimenti – spiega l’assessore – questo avrebbe impedito l’insediamento anche di negozi di vicinato, che sono invece quelli su cui noi vogliamo scommettere”.

Così come la “sfida” di palazzo Spada è quella di rendere il centro sempre più “punto di riferimento” per la città, senza per questo “trascurare le periferie”. “Questo non solo da un punto di vista commerciale – aggiunge Cini – ma anche da quello dei servizi”, trasformando insomma il piano del commercio in una “cornice” all’interno della quale inserire altri strumenti di sviluppo, come il quadro strategico di valorizzazione (Qsv) o ancora il piano edicole, il piano periferie o il piano turistico.

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