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Economia

Carrello della spesa da record, Terni si conferma ancora tra le città più care d’Italia

Le rilevazioni dell’ufficio statistica di Palazzo Spada: alimentari e bevande aumentati del 15% in un anno, sono stati i carburanti a “dare il via alla fase inflattiva”. Diminuiscono solo abbigliamento e calzature

Bisogna tirare la cinghia. E per fortuna, abbigliamento e calzature costano meno a Terni che nel resto d’Italia. Perché a guardare tutto il resto, c’è davvero poco da sorridere.

Terni si conferma tra le città più care d’Italia, in modo particolare per ciò che riguarda i prezzi di alimentari e bevande, capitolo “che ha subito nel corso dell’ultimo anno un impatto maggiore in termini di rincari: in città ad ottobre 2021 l’inflazione calcolata per i beni alimentari era pari a 0,6%, oggi l’inflazione calcolata su tale capitolo è arrivata a +15,9%, ciò vuol dire che tra il 2020 e il 2021 i prezzi erano rimasti pressoché stabili mentre nell’ultimo anno il carrello della spesa ha subito in media rincari pari al 15,9% (media nazionale pari a 13,1%)”.

Questa l’analisi sulla base dei dati raccolti dai servizi statistici del Comune di Terni e pubblicati sul bollettino di ottobre che rileva come, in particolare tra i prodotti alimentari, lo scorso mese si siano registrati rincari “soprattutto per latticini, verdura, carne e pesce scende invece il prezzo della frutta fresca”.

Il bollettino rileva dunque che “l’inflazione a Terni, nel mese di ottobre, aumenta in maniera significativa e si attesta a +12,3%, più alta rispetto all’anticipazione nazionale dello scorso 28 ottobre pari a +11,9% (dall’ 8,9% di settembre). La variazione congiunturale, ovvero rispetto a settembre, è pari a +3,5% (+3,5% a livello nazionale)”.

“Come nel resto d’Italia”, anche a Terni “la forte accelerazione dell’inflazione registrata ad ottobre si deve soprattutto ai prezzi dei beni energetici in particolare i rincari registrati per il gas e energia elettrica come conferma il dato del capitolo abitazione, acqua, elettricità e combustibili che segna un +27,3% su base mensile e +64,3 su base annua”.

Ma è sul carrello della spesa, quindi sulla vita quotidiana, che l’impatto è stato più forte. “Analizzando i dati relativi alle città del centro Italia che effettuano la rilevazione dei prezzi per conto dell’Istat (Viterbo, Perugia, Arezzo, Ancona, Macerata, Roma, Firenze ecc) e anche di città medie del nord e sud Italia – è spiegato nel bollettino - Terni nell’ultimo anno per i beni alimentari e le bevande è quella che registra aumenti di prezzo più alti”. Il bicchiere mezzo pieno si osserva tenendo in considerazione che “la rilevazione registra gli aumenti che hanno subito i prezzi dei prodotti e non il livello dei prezzi, pertanto non necessariamente i prezzi registrati a Terni sono più alti che in alte città, semplicemente hanno registrato il maggiore incremento nell’ultimo anno”. Ma non è poco.

“I prezzi dei carburanti invece, tra il 2020 e il 2021, erano cresciuti addirittura più che nell’ultimo anno – dicono i servizi statistici - anticipando e dando avvio già più di un anno fa all’attuale fiammata inflattiva”.

Unica, magra consolazione: “Per quanto riguarda il capitolo relativo ad abbigliamento e calzature, a Terni i prezzi invece nell’ultimo anno sono cresciuti in media meno che nelle altre città che sono state comparate”.

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