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Economia

Spettro tagli sulla Cassa di risparmio di Orvieto, i sindaci del comprensorio: ricadute gravi sul territorio

L’ipotesi della chiusura di alcune filiali della banca nel nuovo piano industriale, l’appello: “Anche solo immaginare di chiudere uno solo di questi sportelli, significa condannare ancor più i cittadini”

Lo spettro dei tagli aleggia sul futuro prossimo della Cassa di risparmio di Orvieto. Nell’orbita del gruppo della Banca popolare di Bari, per l’istituto di credito ci sarebbe la possibilità di una serie di chiusure di filiali anche sul territorio ternano.

A lanciare l’allarme sono i sindaci dell’area sociale 12 che comprende Allerona, Baschi, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Fabro, Ficulle, Montecchio, Montegabbione, Monteleone d’Orvieto, Orvieto, Parrano, Porano e San Venanzo, che esprimono forte preoccupazione per il futuro di Cro a seguito dell’incontro avuto con il presidente della Fondazione Cro, Libero Mario Mari.

“Seppur in un contesto ufficioso, senza cioè che all’incontro abbia partecipato alcun organismo deputato a tale eventuale decisione – spiegano i sindaci in una nota - è emersa la possibilità che il nuovo piano industriale della Cassa di risparmio di Orvieto possa prevedere la chiusura di alcune filiali che interessano il nostro territorio”.

“Come sindaci non possiamo che guardare con forte apprensione ad una tale ipotesi, per le ricadute gravi che potrebbero interessare i nostri comuni e i nostri cittadini. Circa un mese fa, all’atto di insediamento del nuovo cda di CrO, è stata espressa dalla banca stessa la volontà di operare per il rilancio del territorio, messaggio che noi abbiamo recepito come vincolante di un più stretto rapporto di collaborazione reciproca”.

“In un contesto pandemico ancora lungi dall’essere superato, con le difficoltà enormi che ciascuno di noi si è trovato ad affrontare nell’ultimo anno e che certamente avrà ricadute pesanti anche nel medio periodo superata l’emergenza, immaginare di veder chiudere gli sportelli bancari di una banca da sempre votata allo sviluppo dell’area orvietana, ci fa temere per il futuro stesso dei nostri paesi”.

“Proprio la pandemia ha evidenziato il ruolo fondamentale delle strutture territoriali e della ramificazione dello Stato sul territorio: non va infatti dimenticato che attualmente Banca popolare di Bari che controlla CrO è a sua volta controllata proprio dallo Stato. Molti dei comuni dell’area sociale rientrano nel più vasto territorio delle aree interne, motivo per cui molti dei nostri municipi, già svantaggiati per i motivi che conosciamo, verrebbero ancor più relegati all’estrema periferia del nostro Paese”.

“Non può sfuggire a nessuno il fatto che lo sportello bancario di prossimità rappresenti per molti cittadini, soprattutto anziani, un punto fermo e comodo, così come per le attività commerciali e per le stesse amministrazioni comunali che hanno un supporto diretto da parte della Cassa di risparmio nella gestione della tesoreria. Anche solo immaginare di chiudere una sola di queste filiali, significa condannare ancor più i cittadini, che già subiscono il taglio di molti servizi e non certo per colpa delle amministrazioni da noi presiedute”.

“Siamo rispettosi delle prerogative che un soggetto privato come CrO deve avere, ma siamo altresì fermi nel prendere posizione contro un eventuale riassetto territoriale della banca che non valuti anche le esigenze primarie del territorio. Siamo sempre disponibili al dialogo e così anche stavolta, eventualmente. Ribadiamo però fin d’ora la nostra ferma contrarietà a questa ipotesi, pronti a prendere tutte le iniziative del caso, anche in sede istituzionale”.

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