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Economia

Dramma lavoro a Terni, è disoccupato un trentenne su tre. E le aziende non trovano personale qualificato

Negli ultimi dieci anni il tasso di disoccupazione giovanile è cresciuto quasi del 10%. Il “buco nero” delle assunzioni programmate: mancano operai specializzati in edilizia e metalmeccanici. Le figure più richieste

Il paradosso della crisi sta tutto qui: dal 2009 al 2018 la disoccupazione giovanile è cresciuta di quasi dieci punti percentuale ma, allo stesso tempo, c’è un “buco nero” tra domanda e offerta in modo particolare per le figure specializzate di cui le aziende avrebbero bisogno.

L’ultimo rapporto sull’economia ternana redatto dalla Camera di commercio rileva che “sul versante dell’occupazione giovanile, la situazione resta critica per la provincia di Terni. Se al 2009 il tasso di disoccupazione era al 7,3%, e quello giovanile (nella fascia d’età 15-29 anni) era al 21,3%, nel 2018 (ultimo dato Istat consolidato) il tasso di disoccupazione giovanile sale al 28,7%, quello complessivo al 9,8%”.

Insomma, un trentenne su tre è senza lavoro e rischia di non riuscire a trovarlo nonostante le aziende abbiano la possibilità di procedere con assunzioni programmate che hanno però la necessità di intercetare figure specializzate.

“Tallone d’Achille della provincia – dice infatti l’indagine della Camera di commercio - resta ancora il mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Il dato relativo alle difficoltà di reperimento riguarda complessivamente il 32,2% delle assunzioni programmate, come emerge dall’ultimo Rapporto Excelsior aggiornato a dicembre 2019, ma che per alcune figure professionali, a più elevata specializzazione, la difficoltà di reperimento arriva addirittura al 64,9%, come nel caso degli operai specializzati nell’edilizia o degli operai metalmeccanici (57,1%)”.

Le aziende avrebbero dunque bisogno di inserire alcune figure qualificate che però sul mercato non si trovano. Quindi, i giovani restano senza lavoro e il lavoro senza giovani adeguatamente formati.

Le figure più richieste dalle aziende del territorio sono invece cuochi e camerieri visto che il turismo viene indicato come uno “tra i settori più promettenti”. È vero che in valore assoluto “i numeri sono lontani da quelli di altre città a vocazione turistica della regione, ma le ultime performance della provincia fanno ben sperare. Se nel 2017 i flussi turistici sono stati fortemente penalizzati dagli effetti post sisma che hanno fatto diminuire le presenze nelle strutture turistiche in particolare di stranieri (368.382 arrivi e 794.560) nel 2018 si è registrata una lieve ripresa con 398.870 e 863.475 presenze (fonte: Osservatorio regionale del Turismo) che tradotto vuol dire quasi il 9% in più in termini di pernottamenti e visite. I primi 7 mesi del 2019 sembrano confermare il trend positivo sia negli arrivi (224.152) che nelle presenze turistiche (481.617), di cui 103.950 arrivi solo nelle Terre di San Valentino (ad esclusione pertanto del territorio orvietano) e 243.315 presenze”.

Per questo la Camera di commercio parla del turismo come “un settore tradizionalmente in grado di dare opportunità occupazionali ai giovani, costretti sul territorio a fare i conti con un mercato del lavoro stagnante”.

Tra le figure professionali più richieste ci sono anche “conduttori di mezzi di trasporto, e personale nei servizi di pulizia”.

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