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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Fermata natalizia lunga per le acciaierie

Scarico produttivo e scorte alte per via della concorrenza dall'Asia, impianti fermi anche 17 giorni nell'area a caldo: cassa integrazione per circa 500 lavoratori

Fermata natalizia lunga per le acciaierie di Terni. Impianti fermi anche fino a 17 giorni nell'area a caldo secondo il calendario che la direzione del personale di Ast ha comunicato ai rappresentanti delle rsu nell'incontro che si è tenuto oggi pomeriggio in viale Brin. 

Un calendario di fermate che risente dello "scarico produttivo e delle scorte alte", hanno sottolineato dall'azienda evidenziando come questo sia l'ulteriore effetto dei dazi imposti dagli Usa che hanno provocato un surplus sul mercato europeo di bramme di acciaio provenienti dall'Est asiatico a prezzi stracciati e confidando nelle contromisure alle quali sta lavorando l'Europa che tuttavia dovrebbero però interessare solo il black e i prodotti finiti. 

Nel dettaglio la linea Cco7 dell'Acc si fermerà dalle 6 del 22 dicembre alle 14 del 7 gennaio mentre la linea Cco3 dalle 6 del 24 dicembre alle 6 del 3 gennaio. Al Lac stop dalle 22 del 23 dicembre alle 6 del 3 gennaio, Pix 1 e 2 e Centro di finitura si fermeranno dalle 6 del 24 dicembre alle 6 del 27 dicembre e quindi dalle 6 del 31 dicembre alle 6 del 3 gennaio. Da definire ancora le fermate per Tubificio e Sdd cui seguiranno anche quelle dei servizi dei reparti di appartenenza.

Già da domani, secondo quanto comunicato alle rsu, l'azienda dovrebbe avviare la procedura di apertura della cassa integrazione ordinaria che dovrebbe interessare circa 500 operai per il periodo in questione. "L'azienda si è anche impegnata a rappresentarci nell'incontro del 30 novembre i dati relativi alla seconda tranche del premio di risultato previsto nel cedolino di paga del 10 dicembre", aggiungono le rsu che ora faranno una valutazione attenta sulla situazione che ha originato le fermate.

Una cosa che "non sorprende" il delegato rsu della Fismic, Marco Bruni. "Perché la situazione era nota - spiegsa - e da tempo si 'respirano' in fabbrica problemi legati alla produzione e alla saturazione degli impianti. Coincidenza vuole che questi vengano fuori alla scadenza dell'anno fiscale e dell'accordo al Mise del 4 dicembre, eppure a settembre l'amministratore delegato Massimiliano Burelli aveva parlato con altri toni anche della situazione globale del mercato. Ho qualche difficoltà a pensare che sia cambiato tutto nel giro di due mes - prosegue - e l'arrivo di 42 bramme dall'Indonesia da lavorare per conto di un cliente fanno pensare che in realtà magari l'azienda ci stia facendo un pensierino per continuare a essere competivivi con i prezzi senza dover acquistare le materie prime e senza il disagio delle scorie. Uno scenario che potrebbe essere remunerativo per Ast ma preoccupante per futuro area fusoria. 

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