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Creme, impasti e tanto studio: la “dolce” sfida di Simone al virus

Trent’anni, con il fratello Luca gestisce La Raffineria di via Venti Settembre a Terni, proseguendo la tradizione di famiglia. “In questo momento di crisi ho deciso di investire nella formazione”

Fare i conti con il virus non è facile. “Sì, gli incassi sono diminuiti, anche di molto”. E se non fosse bastata la pandemia, anche i lavori che da fine agosto bloccano via Venti Settembre, hanno avuto il loro peso. Per questo, Simone ha dovuto rimboccarsi le maniche e trovare un’altra strada.

Trent’anni, assieme al fratello Luca gestisce il bar-pasticceria La Raffineria. Le mani in pasta le ha da sempre, girando tra cucine e banconi fin da quando i suoi genitori avevano la Rosticceria Alpini di piazza Dalmazia. Poi, qualche anno fa (era il 2016) la scommessa di una nuova attività.

Gli studi presso la Chef Academy dove ottiene la qualifica professionale di chef e pasticcere e dal 2016 si accendono le luci della Raffineria. Il lavoro va bene e le soddisfazioni aumentano. Fino a quando non si apre questo anno difficilissimo, ferito dall’emergenza Coronavirus.

Di fronte, ci sono due possibilità. Mollare o rilanciare. E la scelta sembra quasi obbligata. Agli impasti e alle creme, Simone aggiunge lo studio: “In questo momento di crisi dovuta dall’emergenza Covid – racconta - ho deciso di investire nella formazione e recentemente ho frequentato un corso di specializzazione presso una delle scuole più importanti dello scenario nazionale e internazionale, la scuola Cast Alimenti di Brescia fondata dal maestro Iginio Massari e dallo chef pasticcere Vittorio Santoro”.

Certo, le difficoltà del momento si vedono e si sentono tutte. E dunque è stato necessario rimettersi in gioco. Si cominciano ad usare di più i social network, cambia anche il modo di lavorare e di andare incontro alle rinnovate esigenze dei clienti.

Ma il cuore della pasticceria resta quello: creme, impasti e gusto. Tutto condito con l’ingrediente principale della passione. Che, soprattutto in questo periodo, per Simone significa una cosa in particolare: il panettone. E allora, al lavoro per unire tradizione e innovazione. Il “re indiscusso” delle feste natalizie viene elaborato da Simone con ricette fantasiose ma anche rispettando i canoni di questo “grande lievitato”. E poi ancora cornetti, torte, pasticceria. Insomma, dolci “vaccini” per combattere il virus.

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