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Economia

Trasporto pubblico, in bilico il futuro di 100 lavoratori Savit: “Che fine faremo?”

La Cgil di Perugia e Terni rilancia l’allarme per la riorganizzazione del Tpl da parte della Regione: “Piano che riporta la situazione indietro di dieci anni”

“Che fine faranno i metalmeccanici di Savit che oggi si occupano della manutenzione dei pullman in Umbria?”. A chiederlo è la Fiom Cgil che per bocca dei segretari provinciali di Perugia Terni, Marco Bizzarri e Alessandro Rampiconi, si dice fortemente preoccupata per il destino di questi circa 100 lavoratori, “il cui futuro - spiegano i sindacalisti - non è minimamente chiaro nello schema proposto dalla Regione per la riorganizzazione del Tpl”.

“In questi giorni – osservano Bizzarri e Rampiconi – abbiamo assistito al duro braccio di ferro intrapreso da alcune organizzazioni sindacali, tra cui la Filt, la categoria della Cgil che rappresenta i lavoratori dei trasporti, e la giunta regionale, nella figura dell’assessore ai Trasporti Enrico Melasecche, finalizzato a scongiurare la volontà della Regione di procedere ad una gara per il Tpl frazionata in 4 lotti di gara. È evidente – proseguono i sindacalisti Fiom - che un simile schema, atto a demolire l’azienda unica, riporterebbe il Tpl umbro indietro di una decina di anni, con conseguenze sia per il servizio che per il personale”. 

Tenendo conto che la scelta dell’azienda unica portava con sé l’idea del polo unico di manutenzione, che la Savit ha rappresentato in questi anni, per la Fiom le attuali scelte, indipendentemente da come andranno le gare, mettono in ogni caso in discussione i livelli occupazionali. Il personale di Savit, “mai citato in questi giorni nel dibattito pubblico – osservano i segretari Fiom - rischia di essere il primo a pagare il conto, poiché, oltre a non essere assoggettato a clausole sociali, non è ricompreso in alcun assetto né progetto presentato. Questi lavoratori – insistono dalla Fiom - sono oggi i veri dimenticati di questa vertenza, dipendenti di un’azienda di fatto quasi mono-committente, con officine collocate nel territorio umbro, il cui futuro è strettamente collegato all’idea stessa dell’azienda unica di trasporto locale. Chiediamo pertanto che la Regione si faccia carico del problema, fornendo quanto prima informazioni su come intende salvaguardare occupazione e livelli salariali dei dipendenti Savit. Come Fiom dal canto nostro siamo pronti a intraprendere tutte le azioni necessarie per tutelare i lavoratori interessati”, concludono Bizzarri e Rampiconi.

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