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Economia

Treofan, un’altra fumata nera. L’ultimo appiglio è un anno in più di cassa integrazione

Incontro al ministero dello sviluppo economico, bocche cucite su eventuali acquirenti. Da due a cinque mesi di attesa per il pagamento dei nuovi ammortizzatori sociali

Fumata nera dal ministero dello sviluppo economico sul futuro prossimo di Treofan. Chi aspettava notizie “concrete” sulla reindustrializzazione dell’area è rimasto più che deluso. Dal tavolo del Mise – alla presenza del liquidatore Treofan, Filippo Varazi, e del referente ministeriale Luca Annibaletti – emergono infatti “ipotesi”, oltre le quali sembra però non si possa andare per “ragioni di riservatezza”.

Annibaletti, oltre a Novamont, avrebbe infatti fatto cenno a “player importanti”, confermati anche dallo stesso Varazi. Ma su nomi e – tanto più – prospettive – non c’è nulla di concreto.

Concreto sembra invece dover essere il tempo da aspettare: almeno un anno prima che eventuali accordi possano perfezionarsi e che dunque Treofan possa “risorgere”.

Per questo, allo scadere dell’attuale cassa straordinaria, ossia il 25 febbraio, sarà attivato un ulteriore anno di cassa integrazione in deroga. Il tempo necessario per definire i contorni della vicenda industriale del sito chimico ternano.

È però probabile che tra la fine dell’erogazione della cassa straordinaria e l’avvio di quella in deroga, possa crearsi un periodo di “ritardo tecnico” che potrebbe avere una durata compresa tra due e cinque mesi prima che venga ripristinato il regolare pagamento delle spettanze ai lavoratori.

I prossimi giorni serviranno dunque non solo a mettere al corrente i lavoratori dell’esito dell’incontro al Mise (domani alle 18.30 è prevista un’assemblea in fabbrica) ma anche per capire con l’azienda quali strumenti mettere in campo per evitare ai lavoratori una nova “agonia” legata all’incasso delle indennità.

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