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Economia

Turismo, la giungla degli abusivi: due strutture su tre sono fuorilegge

A Terni sono 82 gli operatori autorizzati ma sul web ci sono oltre 280 annunci, allarme di Confcommercio. Scattano i controlli della polizia locale

Il turismo funziona, eccome. Altrimenti non si spiega come fanno a sopravvivere 283 strutture ricettive che, solo a Terni, pubblicizzano la loro attività sulle piattaforme web specializzate. O forse, una spiegazione c’è: sono abusivi.

Se ne è discusso nel corso della riunione del tavolo provinciale per l’ordine e la sicurezza che, convocato dalla prefettura, ha riunito rappresentanti della questura, dei carabinieri, della guardia di finanza, della polizia locale, della polizia provinciale, di Confcommercio Terni e di Federalberghi della provincia di Terni.

I numeri che hanno generato la discussione descrivono in maniera abbastanza efficace la portata del fenomeno. Confcommercio e Federalberghi hanno presentato i dati ottenuti mediante un costante monitoraggio delle offerte disponibili sui principali portali di prenotazione turistica, ponendoli a confronto con i dati ufficiali inerenti le attività regolarmente autorizzate: ad agosto 2018, nel solo Comune di Terni, a fronte di 82 strutture autorizzate, sulle piattaforme web dedicate al turismo erano presenti ben 283 operatori. Solo circa una struttura su tre sembrerebbe essere regolarmente registrata. Oppure, due su tre sembrerebbero fuorilegge.

Turismo e abusivi, ma nessuno controlla

“L’abusivismo nel settore ricettivo turistico è in crescita anche nel nostro territorio - ha evidenziato Maria Bruna Fabbri, coordinatore di Confcommercio Terni - così come nel resto della regione. L’evoluzione del fenomeno è molto preoccupante tanto da richiedere da parte dei Comuni, quali enti deputati al rilascio delle autorizzazioni e ai successivi controlli, efficaci azioni di contrasto a livello amministrativo, fino ad arrivare alle previste sanzioni. Il dilagare del fenomeno rischia di compromettere una sana e corretta competizione di mercato, a danno soprattutto dello stesso settore e della sua capacità di contribuire significativamente allo sviluppo territoriale”.

“Dobbiamo proteggere dall’abusivismo - ha affermato Elisabetta Ruozi Berretta, vicepresidente di Federalberghi - i consumatori, le nostre comunità ed il mercato. Gli effetti generati sono l’affermazione di forme di concorrenza sleale, un più basso gettito per le entrate fiscali sia a livello centrale che locale, l’evasione contributivo/previdenziale, una minor tutela del consumatore e possibili problemi sul piano della sicurezza”.

“Emerge quindi la richiesta - ha aggiunto Enrico Valentini di Federalberghi - di un maggior attivismo da parte dei comuni nelle azioni di contrasto e di controllo. Nello specifico, si può da subito verificare quante delle attività risultanti dai portali sul web hanno ufficializzato la loro attività al Suape, così come previsto dalla legge e quante comunicano agli organi preposti i dati degli arrivi e delle partenze, e le generalità degli alloggiati”.

Confcommercio e Federalberghi si sono rese disponibili a collaborare, condividendo gli strumenti informativi in loro possesso, ed hanno apprezzato la disponibilità espressa dalla rappresentante della polizia locale di Terni nell’attivare da subito una specifica attività finalizzata a verificare a campione la regolarità delle strutture presenti sui portali web con riferimento al territorio comunale.

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