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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Gas, il valzer dei milioni: Udg tenta la “scalata” a Terni reti. “No grazie, l’offerta non è conveniente”

Umbria distribuzione gas presenta il piano per accaparrarsi la rete di oltre 400 chilometri e mete sul piatto una ventina di milioni di euro. Ma intanto deve ancora pagare il canone per la gestione del 2019/20 | I DOCUMENTI

Quando nella casella di posta elettronica dei consiglieri comunali di Terni è arrivato il documento con la proposta di delibera, qualcuno è saltato sulla sedia. Perché l’oggetto del dossier (“Offerta vincolante di acquisto delle reti del gas, di proprietà di Terni Reti srl, da parte della società Umbria Distribuzione Gas spa”) poteva lasciar pensare ad un altro “assalto” alle municipalizzate del Comune di Terni.

Ed in effetti, a leggere le carte (124909 proposta con segnatura-2) fino ad un certo punto sembrava che il destino della rete gas – oltre 400 chilometri - affidata a Terni Reti, società partecipata al cento per cento dal Comune di Terni, fosse segnato.

La questione, in estrema sintesi, è questa. Umbria distribuzione gas, costituita da Italgas spa al 45%, da Asm Terni spa al 40% e da Acea spa al 15 %, gestisce dal primo agosto 2007 la distribuzione del gas nella città di Terni con circa 50mila contatori attivi. L'affidamento aveva una validità di 12 anni e dunque è scaduto il 31 luglio 2019. Da allora, Udg continua il servizio in regime di prorogatio. Il contratto di servizio prevede che Udg versi a Terni reti “un corrispettivo annuo (…) stabilito nella percentuale fissa ed invariabile del 66,13% del vincolo dei ricavi di distribuzione (…) stimato all’atto dell’aggiudicazione della gara ad € 3.047.191,04, oltre IVA”.

Quindi, Terni reti – ossia Palazzo Spada – incassa da Udg ogni anno circa 3 milioni di euro. Il meccanismo si è però inceppato un paio di anni fa. “A seguito della scadenza del termine finale del contratto di servizio (31/07/2019), la società Udg” si è “limitata a versare solo l’importo fatturato per il periodo agosto 2019 – gennaio 2020 (II semestre dell’annualità 2019), pari a euro 1.807.121,67 + IVA, con la specifica che lo stesso è stato corrisposto solo a titolo di anticipo su corrispettivo da ridefinire a seguito della scadenza della concessione e delle mutate condizioni del contesto economico”. Successivamente, l’importo che “sulla base dell’attuale assetto proprietario delle reti di distribuzione gas a servizio del Comune di Terni”, Udg si è resa “disponibile a riconoscere a titolo di canone omnicomprensivo per l’annualità 2019/20 è pari ad euro 341.361 (…) il cui valore è inferiore di oltre il 90% rispetto a quello atteso da Terni reti in virtù del contratto di servizio in proroga”.

Si apre dunque un contenzioso tra le due società – una, Terni reti, di completa proprietà di Palazzo Spada, e l’altra, Udg, partecipata la 40% da Asm, che al momento è a totale controllo pubblico – ma contestualmente si apre anche una trattativa per “l’acquisto della piena proprietà, libera da gravami, della rete gas”. Udg ha successivamente effettuato una stima del valore della rete gas, per una cifra pari a 23,8 milioni di euro specificando infine che, al momento del perfezionamento della vendita, questo importo sarebbe stato “decurtato” dei soldi già versati per i canoni 2020 (1,8 milioni).

Non solo, perché con l’acquisto della rete gas, Udg avrebbe sospeso il versamento dei canoni fino al subentro del nuovo gestore che verrà individuato con la successiva gara e la piena attuazione dell’Atem, ossia l’autorità territoriale per la gestione del servizio, che non si sarebbe perfezionata prima del settembre 2023.

Questo, ha rilevato Terni reti, avrebbe significato rinunciare ad un incasso di canoni pari a circa 14,4 milioni di euro. Conti alla mano è stato dunque deciso di “non accettare” l’offerta di Udg. La rete gas è “salva”. Almeno fino al prossimo assalto.  

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