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Economia

Nuovo studio sull'economia regionale, l'Umbria è tornata a correre oltre le previsioni: turismo, export, Pil e consumi

"L’esigenza delle imprese umbre è di trovare manodopera che, se non specializzata, sia almeno motivata a impegnarsi in un lavoro produttivo”

Una conferma pesante per il presente e per il futuro soprattutto. Un nuovo studio che fa ben sperare e che sicuramente dimostra l'incredibile capacità di rigenerarsi del tessuto economico umbro (merito di imprenditori, artigiani, commercianti e anche dei loro lavoratori-dipendenti). Ma c'è anche un aspetto politico: i sostegni e i nuovi "indirizzi" politici post-covid della Regione stanno dando frutti importanti. L'Umbria non solo si è rimessa in marcia ma sta correndo veloce e nettamente superiore alla media nazionale, il che vuol dire che sta reagendo alla crisi da virus nettamente in maniera migliore di molte regioni. E questo nonostante il Centro sia nettamente penalizzato in fatto di risorse rispetto al Nord e al Sud. Promossi dalla Cna gli strumenti messi in campo dalla Giunta Tesei su indacazione degli assessori Fioroni-Agabiti: "Sulla ripresa hanno influito positivamente anche alcuni strumenti adottati nel 2021 a livello regionale. Quello che serve ora per far sì che il trend di crescita si stabilizzi  è una corretta programmazione delle risorse comunitarie 2021-2027 e una forte attrazione delle risorse nazionali del Pnrr.”

La Cna ha commissionato al centro studi Sintesi per indagare lo stato di salute dell’economia regionale nel secondo anno di pandemia da Covid-19, e i dati sono ben oltre le aspettative: nel 2021 incremento stimato del Pil del 6,1%, investimenti (il dato pià impotante ed eclatante) tornato a crescere oltre 15 punti percentuali, esportazioni +22 per cento rispetto al 2020. Sul fronte dei consumi delle famiglie, l’anno in corso si chiude in ripresa (+ 5,5%) rispetto al 2020, ma siamo ancora lontani dai valori pre-Covid, che si stima però saranno recuperati solo il prossimo anno. E guardando al futuro, secondo lo studio, si prevede ad oggi un’ulteriore crescita del 4,2% anche nel 2022. Tutti segnali positivi e oltre le previsioni. 

"Il dato degli investimenti è molto significativo e anche per il 2022 si prevede che cresca di altri sei punti abbondanti. Per quanto riguarda la demografia delle imprese, il loro numero aveva superato quello del 2019 già lo scorso mese di agosto, portando il numero delle imprese attive a 80.310": ha analizzato Alberto Cestari, ricercatore di Sintesi. Calano quelle del commercio e della manifattura, mentre aumentano nel comparto dei servizi, sia tradizionali che innovativi, e nelle costruzioni. Nel complesso sono diminuite le cessazioni. Ottimi i dati relativi all’export, che quest’anno recupera non solo tutto quello che aveva perso nel 2020, ma supera dell’1% i livelli del 2019. 

Michele_Carloni_ott.2021-3"Cambia la composizione dei comparti con le migliori performance nelle esportazioni" ha concluso Cestari nella sua analisi allo studio  "Aumentano soprattutto le produzioni della metallurgia (+ 17%), mentre si riducono quelle del made in Italy, fatta eccezione per le imprese del sistema casa e per il settore della carta e stampa. Bene anche le presenze turistiche, che nei primi 8 mesi del 2021 sono cresciute del 26%, ma resta ancora molto da recuperare rispetto al 2019, soprattutto a causa della forte contrazione della presenza degli stranieri.”

La ripresa in atto è importante, e un ruolo di primo piano lo stanno giocando sicuramente le imprese del comparto delle costruzioni, il cui numero è in crescita. E da qui scatta un appello da Cna verso il governo sul Super Bonus, opere di infrastrutture e fondi europei: "Invitiamo le istituzioni e la politica tutta - ha spiegato il direttore di Cna, Michele Carloni (nella foto) - a valutare attentamente i provvedimenti da adottare con la prossima legge di stabilità, a cominciare dal Superbonus, perché l’impatto delle costruzioni, coinvolgendo una filiera ampia che comprende anche alcune imprese manifatturiere e settori del commercio, è molto superiore a quello che ci dicono i numeri". 

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