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Economia San Gemini

Vertenza Sangemini, sciopero a oltranza e blocco agli ingressi: "Giù le mani dal piano occupazionale"

I lavoratori della Sangemini-Amerino, guidati dalle sigle sindacali Fai, Flai, Uila e l'Rsu di sito, hanno deciso di scioperare a oltranza fino alla mattinata mercoledì 23. Sul piatto il rischio di ristrutturazione del piano occupazionale.

È iniziato lo sciopero a oltranza che proseguirà fino a tutto il primo turno di mercoledì 25 novembre alla Sangemini-Amerino. La mobilitazione generale è stata approvata al termine dell'assemblea dei lavoratori di lunedì 23 novembre, a seguito del perpetuarsi dei silenzi dell'azienda sul futuro dello stabilimento e degli operai. 

A guidare la manifestazione ci sono le sigle sindacali di settore Fai, Flai, Uila e l'Rsu, che in una nota spiegano le motivazioni che hanno portato allo sciopero a oltranza. "A un mese dal termine stabilito per la presentazione del piano (che dovrebbe consludersi il 23 dicembre prossimo) non è ancora arrivata la convocazione per il prossimo incontro in call alla presenza del Mise tra direzione aziendale, organizzazioni sindacali e rsu di sito.

Sicuramente - prosegue la nota - non ha aiutato la modalità adottata dall’azienda, le comunicazioni sono sempre state date da figure di consulenza diverse, senza precisione e attenzione rispetto alla delicatezza dei temi trattati. I lavoratori si sono sentiti di non avere nessuna importanza e di non essere stati presi in seria considerazione. I lavoratori - conclude la nota - hanno sempre chiesto è la possibilità di lavorare con chiarezza e prospettive per il futuro, nel clima attuale tuttavia non è più possibile".

Anche il sindaco di San Gemini, Luciano Clementella, ha presenziato durante l'assemblea, manifestando contro il rischio chiusura che metterebbe in ginocchio l'economia territoriale. Secondo il primo cittadino, il sito produttivo sarebbe stato lasciato da anni in completo abbandono e proprio in forza di questa incuranza da parte dell'azienda, sono stati gli stessi lavoratori a farsi carico della manutenzione e delle operazioni di produzione.

De Luca (5Stelle): "Nessun piano di ristrutturazione intacchi il piano occupazionale"

A far sentire la sua voce c'è anche il consigliere regionale pentastellato, Thomas De Luca, che si dice vicino alle vicende dei lavoratori della Sangemini-Amerino e lancia un monito alla direzione aziendale: "Piena solidarietà ai lavoratori della Sangemini che in queste ore hanno proclamato lo sciopero e indetto un presidio presso lo stabilimento. Non è possibile che un'azienda in fallimento - prosegue De Luca - presenti un piano di ristrutturazione che va ad intaccare il piano occupazionale. La presidente Tesei dica chiaramente fin da subito che non verrà tollerato alcun piano in cui è previsto il licenziamento anche di solo un lavoratore.

I lavoratori - spiega De Luca - sono già stremati da un tira e molla che va avanti da mesi e già in regime di cassa integrazione di cinque giorni al mese per ciascun lavoratore. La regione che fin qui non si è mai esposta, limitandosi solo ad ascoltare, prenda finalmente una posizione così come ha fatto il governatore Zaia per gli stabilimenti veneti, mettendo subito in chiaro che nel nuovo piano industriale la questione occupazionale non doveva essere materia di discussione. Tali garanzie da parte della governatrice Tesei vanno date immediatamente senza attendere di leggere le proposte partorite a scatola chiusa, che l'azienda si è impegnata a consegnare entro il 23 dicembre.

L'impegno sottoscritto dalla proprietà diceva chiaramente che i livelli occupazionali non potevano essere rivisti prima del 2024 e per questo è fondamentale che la politica regionale prenda una decisione. Anche annunciando, qualora fossero disattesi gli impegni, la revoca delle concessioni che sono in capo alla Regione Umbria. Dopo la mobilitazione dei lavoratori Treofan, un'altra pagina di lotta a tutela del tessuto produttivo della nostra regione. Una battaglia dove chi governa in Umbria non può rimanere defilato, senza dare risposte a chi si sta mobilitando per salvare il proprio posto di lavoro".

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