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Economia

Vertenza Treofan, pugno duro del ministero: pronti a revocare gli incentivi economici a Jindal

Il Mise mostra i muscoli: “Intraprendere ogni utile azione a tutela dei lavoratori e dell’integrità aziendale”. De Luca (M5S): rispetto per il nostro territorio. Formica (Filctem Cgil): garantire la continuità produttiva della fabbrica

La vertenza Treofan scende in trincea. Al muro di gomma alzato da Jindal cominciano infatti ad arrivare risposte altrettanto dure da parte delle istituzioni. La prima contromossa porta la firma del ministero dello sviluppo economico che, attraverso il vicecapo di gabinetto Giorgio Sorial, ha comunicato formalmente all’azienda “di essere pronto ad intraprendere ogni utile azione a tutela dei lavoratori e dell’integrità aziendale” a partire dalla “proposta al ministero competente della procedura di annullamento e revoca degli incentivi pubblici (PON) ottenuti ad oggi”.

A darne notizia è il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Thomas De Luca: “Serviva una risposta ferma e la risposta dura, durissima – dice - è arrivata” ed diretta conseguenza della “ennesima mancata presa in carico degli impegni assunti da parte del Ceo di Treofan riguardo al mantenimento di volumi e produzioni predeterminate. Non solo – aggiunge - In conseguenza di tale condotta, il Mise ha chiarito di essere pronto a tutelare e avanzare in ogni sede un eventuale mancato rispetto dei vincoli normativi di destinazione ai danni degli organismi comunitari incaricati di erogare i fondi”.

“È tempo per la Jindal di gettare la maschera e spiegare perché, anziché tenere un comportamento costruttivo auspicato dal Mise, dalle altre amministrazioni e dalle parti sociali interessate, al contrario continui a dimostrare atteggiamenti contrari ai generali principi di correttezza e buona fede cui deve sempre essere improntata la deontologia imprenditoriale. Perché non viene preso in considerazione l’utilizzo di macchinari dismessi dallo stabilimento di Battipaglia? Perché vengono sistematicamente ignorate le proposte di accordo delle Organizzazioni Sindacali? Perché si ritarda ancora la presentazione di un piano industriale per lo sviluppo dello stabilimento di Terni? Perché si lasciano depauperare gli ordini di pellicole di polipropilene, da sempre prodotti a Terni e, a quanto si apprende, attualmente dirottati negli altri stabilimenti del Gruppo all’estero e a Brindisi? Perché viene rimosso il marchio Treofan dalle produzioni del sito di Terni? Di fronte a tutte queste domande, grazie alla determinazione del Governo, la Jindal non potrà più sottrarsi”.

“Tutte le istituzioni, nei vari livelli di rappresentanza – conclude De Luca - devono fare quadrato insieme al Governo intorno al sito produttivo Treofan di Terni al fianco dei lavoratori e delle loro famiglie, pretendendo rispetto per il nostro territorio”.

Sulla questione interviene anche Marianna Formica, segretaria generale della Filctem Cgil di Terni, sottolineando che “con la dichiarazione di sciopero di tutto il polo chimico di Terni, viene attestato e ribadito anche con fatti concreti che il sito di Treofan è fondamentale per la tenuta del polo, delle altre aziende presenti al suo interno e di tutto l’indotto”.

“Istituzioni e forze politiche devono avere ben chiaro che un risultato non positivo sulla vertenza Treofan segnerebbe il destino della chimica ternana e umbra - continua Formica - proprio per questo, ora, tutti devono prendersi le proprie responsabilità e lavorare fattivamente affinché venga garantita, in un modo o nell'altro, la continuità produttiva della fabbrica che vanta importanti competenze e professionalità, fattori che hanno reso il marchio Treofan un’eccellenza nel settore ed una garanzia per i clienti”.

“Ricordo che il primo metro di film è stato prodotto proprio a Terni - conclude Formica - Chiediamo interventi e supporti da parte della Confindustria Umbria, dei parlamentari umbri, delle istituzioni a tutti i livelli: Comune di Terni, Regione Umbria e Mise; solo un operato sinergico garantirà la tenuta del sito dando certezze ai lavoratori e alle loro famiglie”.

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