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Regionali Umbria 2019

Elezioni regionali, un altro “no” alla coalizione giallorossa: Di Maolo rifiuta l’offerta

L’avvocatessa e presidente dell’Istituto Serafico di Assisi ha declinato la proposta di Pd e M5S. Ultime ore per l’alternativa. Fora: mi prendo qualche ora per riflettere

A questo punto è davvero una caccia a “mister (o miss) X”. Anche Francesca Di Maolo, avvocatessa e presidente dell’Istituto Serafico di Assisi, ha deciso di rifiutare l’offerta di Pd e Movimento 5 stelle a candidarsi, come civica, alla carica di presidente della Regione Umbria.

Indicata come possibile elemento unificante in vista del voto del 27 ottobre, dopo una giornata di riflessione ha declinato l’offerta e deciso di proseguire nella sua attività presso l’Istituto di Assisi.

Dopo il “no” della sindaca Stefania Proietti e del procuratore generale presso la Corte d’appello Fausto Cardella, arriva un altro “gran rifiuto” per l’ipotesi di replicare l’accordo politico nazionale del Conte-bis.

Andrea Fora, ormai già in corsa da tempo, prosegue il suo giro elettorale per l'Umbria, ma sembra che Pd e M5S insistano per trovare un’alternativa. “Anche Di Maolo rifiuta la candidatura. A questo punto è chiaro che c’è qualcosa che non va e che deve essere risolta al più presto. Mi prendo qualche ora per riflettere, domattina dirò la mia qui su Facebook”, scrive sui social Fora.

Nella margherita di possibili nomi da sfogliare – ma sembra ne siano rimasti davvero pochi – ne spuntato altri due: si tratta della dirigente scolastica di Norcia, Rossella Tonti, e di Vincenzo Bianconi, presidente di Federalberghi. Ma visti i precedenti, l’esito non è scontato ma probabile.

“Pensare che dal nulla presunti civici vogliano esporsi in prima linea per guidare una regione è una idea sbagliata. Soprattutto – dice Fiammetta Modena, parlamentare di Forza Italia e responsabile azzurra per l’Umbria degli enti locali - quando vuole essere solo una foglia di fico di due forze politiche che hanno paura di mettersi in gioco per quello che sono e cercano di nascondersi dietro il ‘volto pulito’ di turno. Non funziona. Se Di Maio e Zingaretti pensano di scodellare all’Umbria lo stesso ‘accrocchio’ fatto a livello nazionale abbiamo almeno il coraggio di metterci la faccia”.

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