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Venerdì, 19 Aprile 2024
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“Celebrate la vita, ogni giorno, ogni ora, notate i dettagli. E abbracciatevi, perché la vita è sacra”

Ipnotica, travolgente e provvidenziale: una strepitosa Noa ha incantato l’anfiteatro di Terni aprendo la quattro giorni di Visionmusica

Ipnotica come una divinità, travolgente come una rockstar, elegante come una perla, provvidenziale come un’oasi nel deserto; artista in grado di parlare e cantare in tre lingue, lanciare messaggi di pace senza essere retorica, celebrare l’amore e la vita senza risultare stucchevole.

Noa ha aperto il 28 giugno la stagione estiva di Visioninmusica con un concerto all’anfiteatro romano di Terni promosso dalla Fondazione Carit per celebrare i trent’anni di attività e che ha registrato il tutto esaurito e uno straordinario entusiasmo.

“Una dea assoluta”: questo il commento raccolto tra gli spettatori che meglio sintetizza la serata.

Perché la cantante israeliana – che festeggia a sua volta i trent’anni dal debutto – è tutto: è arte, bellezza, armonia allo stato puro. È una sacerdotessa che anima la più bella e la più intensa delle liturgie, in grado di divertire e commuovere, rigenerare l’esistenza e riconciliare qualsiasi conflitto.

Noa incanta la platea con la sua voce e tre straordinari musicisti (Omri Abramov al sassofono e strumenti a fiato elettronici, Gadi Seri alla batteria e il braccio destro Gil Dor alla chitarra) e giochi di luce semplicissimi ma di grande effetto.

Il repertorio è in tre lingue (inglese, ebraico e italiano) e spazia dal jazz alla musica di Bach, dalla canzone napoletana come Era de maggio fino alla celebre Beautiful That Way scritta sulle note di La vita è bella, con cui si conclude la trionfale serata. Nella scaletta trovano posto vecchi standard, canti mediorientali, ma anche canzoni dedicate al Coronavirus.

Ebrea e filopalestinese, Noa è da sempre un simbolo di pace. E ogni cosa che passa attraverso le sue labbra riconcilia, ogni contraddizione viene sanata dalla melodia della sua voce che non separa il parlato dal cantato, l’allegro dal malinconico.

Alla fine del concerto si concede ai fan per firmare dischi, ricevere doni e fare selfie (che scatta tutti rigorosamente lei con mano ferma da esperta fotografa). Il giorno dopo parte prestissimo per Roma, dove è attesa alla Fao per partecipare ad un evento dedicato a progetti di sostenibilità ambientale realizzati da studenti delle scuole israeliane.

Durante la serata, la musica di Johann Sebastian Bach viene accompagnata da un testo dedicato all’eutanasia e il racconto su una sua fan che ha scelto di morire in Svizzera che si conclude con un inno alla sacralità della vita. Contraddizione solo apparente, come l’eleganza e la classe sposate al ritmo dirompente. Non c’è contraddizione in Noa perché il suo sguardo è quello di Dio: nella sua voce c’è spazio solo per l’amore, per la bellezza, per la condivisione. Mai per il giudizio.

“Come possiamo uscire dalle tenebre, in Russia, Australia, Ucraina?” dice in inglese. “Stando insieme. Dobbiamo stare insieme”. E tutto insieme l’anfiteatro canta, seguendo il suo canto.

Noa canta, parla, parla cantando e canta parlando. Racconta la pandemia tra allegri vocalizzi, si cimenta in virtuosismi privi di narcisismo. Canta a cappella e suona le percussioni. Abbandona il palco per lasciare la scena tutta ai suoi tre musicisti, cambia due abiti – il primo una sorta di vela nera, il secondo rosa – belli, semplici ed eleganti come la sua musica.

Arriva il set barocco dedicato a Bach, con la sua voce accompagnata dalla sola chitarra, che fa il verso al clavicembalo. Ed è un ponte tra passato e futuro, con un monologo immaginario di Ellon Musk e un’altra canzone dedicata alla figlia “Regina di Instagram e salvatrice del mondo”.

Parla italiano per affidare il suo messaggio di pace che riecheggia il Vangelo e papa Francesco: “Ricordatevi che quando puntate il dito contro qualcuno, tre delle vostre dita puntano contro di voi. Amate il vostro fratello come voi stessi. Rispettate l’ambiente: consumate di meno. Ricordatevi di celebrare la vita, ogni giorno, ogni ora, notate i dettagli. Abbracciatevi, perché la vita è sacra. E la vita è bella!”.

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