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Spettacolo a quattro ruote, equipaggi da tutto il mondo per l’edizione numero 26 della Coppa Borzacchini

Cinquanta auto storiche hanno preso parte alla manifestazione motoristica che in questo fine settimana ha portato alla scoperta di storia, arte e tradizioni fra Terni e Perugia

Da San Gemini a Bevagna, da Spoleto a Trevi. Questa l’edizione numero 26 della Coppa Borzacchini, tradizionale manifestazione di auto storiche inserita nel calendario Asi e valida per il Trofeo Marco Polo, organizzata dal Borzacchini Historic Club Terni in questo week end.

Ovunque, le oltre 50 auto storiche partecipanti hanno catturato l’attenzione di appassionati e semplici curiosi. Notevolissimo il parco vetture, fedele testimone di un secolo di storia automobilistica. Occhi puntati quindi su una “barchetta” Cisitalia Gilco Ermini Fiat facente parte della collezione Begliomini di Terni, su due rare Citroen DS 19 e 21 cabrio, su una Lancia Aurelia B24, oppure su una B20 del 1953, su una Flaminia 2500 GT Touring Superleggera, su una Fiat 2300 S coupé, su una Singer 1100 roadster del 1947 e su una MG TC del 1945. Insomma lo spettacolo motoristico è stato di livello assoluto.

Per partecipare, sono giunti equipaggi perfino dalla Spagna, dall’Olanda e dal Giappone dove il mito per il motorismo storico italiano e per l’indimenticato Baconin Borzacchini è più che mai in auge. Da parte loro, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di fare conoscenza ed ammirare scorci di una regione, l’Umbria, ricca di storia, cultura e tradizioni.

Edizione 2023 della Coppa Borzacchini

Dopo la partenza da San Gemini alla presenza del sindaco Luciano Clementella, le auto storiche si sono dirette a Montefalco dove gli equipaggi hanno potuto fare visita al museo francescano; quindi tappa a Bevagna, sotto la pioggia, per scoprire le botteghe dei mestieri (Gaite) compresa la seteria che custodisce il telaio circolare funzionante più antico al mondo. La seconda tappa si è vissuta, con la collaborazione della scorta tecnica dei vigili del fuoco di Terni, sull’asse Spoleto-Trevi. A Spoleto i partecipanti hanno avuto l’ opportunità, grazie al Comune di Spoleto ed alla disponibilità della Fondazione Monini, di visitare la dimora spoletina del maestro Giancarlo Menotti, “inventore” e storico “patron” del Festival Dei Due Mondi.

La manifestazione si è poi conclusa, dopo circa 200 chilometri, al Madrigale, lungo la statale Flaminia tra Spoleto e Terni, con il pranzo e la premiazione durante la quale il club organizzatore ha fatto una donazione alla croce rossa dell’Emilia Romagna.

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